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F1, crisi Ferrari: Alesi dà la sveglia a Leclerc: "Non ne hai il diritto"

"Io mi sono sbattuto per 5 anni vincendo appena una gara, lui non ha il diritto di essere demoralizzato. Spetta a lui ricambiare e aiutare la Ferrari".

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Leclerc non ha diritto a rassegnarsi”. In un’intervista al Resto del Carlino l’ex pilota della Ferrari Jean Alesi scuote Charles Leclerc, apparso molto abbattuto al termine del Gran Premio di Monza, chiuso con un ritiro. “Io mi sono battuto e sbattuto per la Ferrari per cinque lunghi anni. Quando mi andava bene, forse arrivavo terzo. Però, non mi sono mai arreso. Può essere demoralizzato Vettel, che è a fine contratto e nemmeno sa se troverà un’auto per l’anno prossimo. Ma Leclerc proprio no“. 

E’ chiara la lezione che Alesi vuole impartire al monegasco: “Chi guida una monoposto deve crederci sempre, a prescindere dalla qualità della macchina. Solo così in una scuderia, figuriamoci poi in Ferrari, il driver può trasformarsi in valore aggiunto. Charles ha già mostrato il suo talento. Deve semplicemente ricordare a se stesso che un pilota non ha diritto alla rassegnazione. Mai”. 

Leclerc ha firmato un contratto quinquennale: “La Ferrari ha investito su di lui. Lo ha fatto crescere nelle categorie minori, lo ha lanciato in Formula Uno, lo ha messo sotto contratto fino al 2024, un evento senza precedenti nella storia del Cavallino. Ora spetta a lui ricambiare, contribuendo alla rinascita”.

“In cinque stagioni vinsi appena un Gran Premio – continua Alesi – . Eppure, non mi sono mai pentito. Spero per Leclerc che l’epilogo sia diverso, ci mancherebbe altro. A parte i tempi eroici dei Nuvolari è stato sempre così, chi non ha la macchina non vince. In ogni caso la Ferrari risalirà. Io non ho conquistato il mondiale, ma non ho rimpianti, è stato un onore fare parte della squadra. Mi sostituì Schumi, che è stato il più grande di tutti”.

Un altro ex della Ferrari, e compagno di squadra di Alesi, Gerhard Berger, ai microfoni di AvD Motorsport Magazin ha invece puntato l’attenzione più sull’organizzazione del team di Maranello: “Sono convinto che la Ferrari riuscirà a risollevarsi in un periodo breve, ma credo che uno sbaglio  importante sia stato quello di affidarsi a un gruppo quasi totalmente italiano. Va bene il legame con il proprio Paese, ma non è necessariamente un male puntare su professionalità provenienti da altri Paesi. In caso di un successo sarebbe comunque motivo di orgoglio per tutta l’Italia, indipendentemente da chi lavora all’interno”,

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