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F1, GP Australia: Leclerc senza filtri sullo stato di crisi Ferrari, Sainz conferma. Mistero Verstappen

Conferenza stampa di fuoco alla vigilia di Melbourne, per i ferraristi. Verstappen svela i suoi dolori e i suoi timori legati al mal di stomaco accusati

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

La sollevazione, con annesse polemiche, scaturita da quanto accaduto e che ha imposto le discusse penalità inflitte a Esteban Ocon (Alpine) e Fernando Alonso (Aston Martin), ha sortito il primo effetto. I posti sulla griglia di partenza del Gran Premio d’Australia di Formula 1 a Melbourne sono stati allargati di 20 centimetri (arrivando così a 2,70 m) rispetto a Gedda, nella speranza che ciò agevoli il superamento del caso.

Nulla di straordinario, eppure una mossa necessaria per scansare ulteriori casi. Spostando il focus sulla Ferrari, invece, allarmano e non poco le parole di Carlos Sainz. Mentre il mal di stomaco del Campione del Mondo Max Verstappen sembra diventare un mistero.

GP Australia: i timori di Sainz a Melbourne

Carlos Sainz junior, in conferenza stampa, è stato talmente crudo da suscitare immediatamente una certa preoccupazione per via della complicata situazione che interessa la Ferrari rispetto alla Red Bull. Il pilota spagnolo del Cavallino rampante ha ammesso il distacco rispetto alla monoposto dei bibitari, ma anche come e quanto stia lavorando il team per migliorare le prestazioni e riuscire a colmare il gap.

“Purtroppo non siamo dove vogliamo – ha detto lo spagnolo – soffriamo soprattutto sul passo gara. Stiamo lavorando su questo, non è qualcosa che si risolve in una o due gare, ma abbiamo un piano di lavoro per risolvere il problema il prima possibile. Con gli aggiornamenti che porteremo vogliamo migliorare perché non siamo dove vorremmo. I numeri confermano che la macchina fa qualcosa che non piace agli ingegneri e ai piloti, c’è tanto da migliorare. Ma non è una scusa, è solo riconoscere che dobbiamo lavorare e sappiamo la direzione da prendere”.

Sainz poi ha ammesso quanto sia per lui complesso riuscire a gestire questa SF-23, cosa che lascia in qualche modo stupiti per la schiettezza dell’ammissione da parte del pilota:

“È una macchina non facile da guidare – ha aggiunto – è un po’ imprevedibile. Al momento dobbiamo massimizzare quello che c’è, che significa non solo essere veloci in qualifica, ma trovare un equilibrio nelle prestazioni, perché se nelle qualifica sei dietro di 2 decimi e in gara di 8, vuol dire che c’è da fare. Al momento lavoriamo forte per ridurre questa tendenza, sono convinto che coi nostri mezzi possiamo invertire la situazione”.

In che cosa sia dominante e migliore la vettura messa a punto dai bibitari? “Il loro punto di forza? Tutto. Sono più veloci sul dritto, più veloci in curva, hanno una buona gestione del consumo delle gomme, le partenze buone, prendono i cordoli e la macchina resta piantata per terra, sono migliori un po’ in tutto, ecco perché sono 8 decimi davanti e non solo 1 o 2. Noi sappiamo dove migliorare, ma loro al momento dominano e sono difficili da battere”.

Lo sconforto di Leclerc

Anche Charles Leclerc si è espresso – durante la conferenza stampa – in modo inequivocabile sullo stato della crisi della Ferrari, che torna sulla pista dove aveva dominato l’anno scorso:

“Non solo non abbiamo la macchina dell’anno scorso, ma abbiamo effettuato un passo indietro nelle performance e quindi non posso affatto dire che qui sarà possibile vincere. Di sicuro non abbiamo le armi per farlo. Un anno fa il mood era completamente diverso, eravamo in fiducia e molto felici. Ora stiamo lavorando per tornare davanti a tutti”.

Leclerc, forse per la prima volta in questo avvio di stagione, si è abbandonato a un commento disilluso sulle caratteristiche del circuito che lo aveva visto, la scorsa stagione, dominare:

“La quarta zona-Drs non cambierà le cose per noi, non ci saranno miracoli. Sarà un weekend difficile, nel quale potremmo essere molto vicini in qualifica e più lontani in gara. Novità sulla macchina? Qui non ce ne saranno, ma stiamo lavorando per portarle nella prossima gara e tornare vicini alla Red Bull, che è migliorata in ogni area ed è più forte. Ci sarà una sosta di tre settimane e dobbiamo sfruttarla. Il mio obiettivo comunque non è cambiato, voglio il Mondiale”.

Mistero Verstappen

Se la Ferrari (e i suoi piloti) non trasmettono ottimismo, c’è poi in casa Red Bull il caso Verstappen: il campione del mondo nella conferenza stampa, il due volte campione del mondo di F1 ha raccontato di essere stato male prima di partire per Gedda, tanto che riusciva “a malapena a camminare”.

Quel mal di stomaco, che ha accusato prima della gara Verstappen, lo ha impensierito tanto da compromettere forse la sua tranquillità:

“Quando sono arrivato (a Gedda), pensavo che il problema fosse passato… ma appena sono salito in macchina per la prima sessione di prove libere, dopo un solo giro facevo fatica a respirare normalmente”, ha spiegato Verstappen. “Quindi sì, mi ha infastidito per tutto il weekend. È stata una delle prime gare in cui mi sono sentito fisicamente limitato ed è stato molto frustrante”, ha aggiunto.

Ora sta meglio, ma l’olandese della Red Bull è ben felice che ci sia una pausa di quattro settimane dopo il GP d’Australia: un periodo che “dovrebbe permettermi di recuperare il 100% delle mie capacità”, ha spiegato senza approfondire oltre in conferenza stampa. Una dichiarazione che lascia incertezza sulle cause di questo problema che, lo stesso Verstappen, ha ulteriormente accentuato nella sua rilevanza.

A Melbourne si entra nel vivo della stagione, con simili premesse la sfida alla magnifica Red Bull della Ferrari, ancora in cerca d’autore, deve almeno infondere quella fiducia che incomincia a vacillare. E non solo tra i tifosi, a quanto pare.

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