Più che sulla centralina della SF-23 o sulla power unit o il nuovo corso impostato da Fred Vasseur, subentrato a Mattia Binotto, l’interrogativo generatore di tutte le altre domande a seguire riguarda il futuro, prossimo, di Charles Leclerc.
Il pilota monegasco ha voglia di rassicurare, persuadere, ripetere che i venti che soffiano sono destabilizzanti (vedi i rumors sullo scambio con Hamilton, sull’asse Ferrari-Mercedes), eppure più di un dubbio – legittimo- riguarda la sua permanenza in Ferrari con simili premesse.
- Ferrari, risultati sconfortanti
- La frustrazione di Leclerc
- Il futuro incerto
- Lo screzio con il muretto di Leclerc
- Le dichiarazioni post gara
Ferrari, risultati sconfortanti
Con questa versione, corretta e rivista, della Ferrari della scorsa stagione si è assistito fino ad ora a un esito davvero sconfortante per la nuova Rossa di Leclerc: in Bahrain avvio deprimente, sul velocissimo tracciato di Gedda la monoposto si è mostrata in difficoltà, decisamente indietro non solo alla Red Bull (imprendibile) ma all’Aston Martin (i pasticci sono un’altra cosa) e alla Mercedes che pure era partita con una certa umiltà rispetto ai bibitari.
Se volessimo riassumere la situazione GP di Arabia si potrebbe metterla giù così: Carlos Sainz, scattato dalla quarta posizione in griglia, è retrocesso fino alla sesta piazza riuscendo a salvare il salvabile mentre Charles Leclerc, partito 12esimo, ha dovuto fermare la sua rimonta in settima posizione, proprio alle spalle del compagno di box rischiando un duello che – a conti fatti – non gioverebbe a nessuno.
La frustrazione di Leclerc
Durante la gara, però non è mai arrivato un vero e proprio ordine di scuderia che chiedesse a Sainz di lasciare la pista al compagno di squadra, ma allo spagnolo sono stati mandati messaggi che segnalavano ad esempio i punti in cui Leclerc spingeva maggiormente la potenza del suo motore per potersi avvicinare ed avere il DRS.
Leclerc da parte sua non ha mai chiesto esplicitamente la posizione, abbandonandosi solo al 34esimo giro, quando via radio ha commentato
“essere dietro in questo modo è davvero una mer*a. Non so cosa fare“, ha detto al muretto svelando uno stato d’animo che alla seconda gara la dice lunga.
Leclerc
Il futuro incerto
Al di là delle interpretazioni, Leclerc alla Ferrari non ha ancora espresso il suo potenziale. E con un contratto che scadrà a fine 2024 è inevitabile – oltre che razionale – porsi una domanda sull’effettiva bontà di questa unione. Per Charles, soprattutto.
Ora, ereditare la Ferrari studiata, progettata e strutturata da un team precedente può essere una spiegazione per Vasseur ma non certo una scusante posto che soprattutto nella scorsa stagione, Binotto e il suo gruppo avevano comunque raccolto a parità di giornate e gare, risultati differenti. Il suo approdo a Maranello aveva lasciato sperare i tifosi della Rossa che vi fossero le condizioni per Leclerc necessarie a creare l’ambiente giusto per rasserenarlo. Invece a sentire quei messaggi radio, ad esempio, non sembrerebbe affatto tranquillo.
Lo screzio con il muretto di Leclerc
In regime di Safety Car, a Gedda, il suo ingegnere di pista Xavier Marcos lo ha invitato a spingere per cercare di stare davanti ad Hamilton, che stava uscendo dalla pit lane. Una comunicazione tardiva per nulla gradita dal pilota monegasco che ha ripreso il suo ingegnere:
“Xavi, devi dirmelo prima! Voglio dire, andiamo!“.
Dopo la bandiera a scacchi poi, Leclerc non ha rivolto alcun commento al muretto, procedendo spedito verso i box e aprendosi in radio solo per chiedere informazioni su dove parcheggiare. Un silenzio eloquente sullo stato di frustrazione che nelle interviste ha imparato ad allontanare.
La SF-23 in pista a Gedda
Le dichiarazioni post gara
“C’è tanto lavoro da fare per arrivare a dove vogliamo arrivare, ovvero vincere. Essere quarta forza non è sorprendente, dopo Bahrain eravamo indietro con il degrado delle gomme. Pensavamo di essere più vicini a Red Bull nel passo gara, ma dopo l’Australia avremo tre settimane per lavorare e migliorarci. Red Bull è più veloce in curva e in rettilineo, rispetto agli altri dobbiamo cercare di essere lì“, ha detto ai microfoni di Sky.
La questione è altra, però. Come si può davvero credere che con simili premesse uno dei migliori della sua generazione, posti gli Alonso e gli Hamilton ancora ammirevoli in pista, possa rinnovare il suo contratto con la Ferrari e credere a un progetto futuribile, ma ancora lontano a guardare la classifica?
Lo scambio con Hamilton e la Mercedes, per quanto smentito, avrebbe un senso se la stagione proseguirà in questo modo. A cambiare idea, d’altronde, si fa sempre in tempo.