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F1, Hamilton e Rossi show: l'intervista doppia ai due campioni

I due amici si divertono e scherzano insieme. L'inglese ammette: "Amavo le moto, ma contro Vale avrei vinto meno". Il "Dottore" ironizza sulla sua età.

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Valentino Rossi e Lewis Hamilton, nel corso di un’intervista incrociata per uno sponsor comune, hanno affrontato diversi temi. Il “Dottore” ha parlato del suo mancato approdo in F1, il pilota inglese invece della sua passione per le moto.

F1, Hamilton stuzzica Rossi

Rossi sta iniziando la sua nuova avventura a quattro ruote nel GT World Challenge e non vede l’ora di cominciare: “È il secondo capitolo della mia carriera”, dice il nove volte campione del mondo. Lewis Hamilton lo stuzzica: “Perché non in Formula 1?”, ma il “Dottore” conosce il suo più grande limite: “Sfortunatamente sono troppo vecchio…”.

Rossi avrebbe tanto voluto guidare in F1 ma la sua esperienza a Valencia con Hamilton resta indimenticabile: “Ci siamo divertiti molto e abbiamo avuto una bella possibilità per stare un po’ insieme. Parlare senza troppa pressione, sai. Me la sono goduta perché ho conosciuto Lewis un po’ meglio. È strano perché tutti i piloti della MotoGP amano la Formula 1 e viceversa, i due sport sono molto connessi. È stata una grande emozione andare insieme, anche perché avevamo due moto e siamo riusciti a guidare tutti e due la M1. Lewis è molto bravo, è forte, ce la siamo goduta. Poi è stato davvero bello guidare la sua macchina: la Formula 1 è fantastica, tutto succede molto in fretta ed è stato un bellissimo giorno che ricorderò per sempre”.

Hamilton: “Moto? Con Rossi avrei vinto meno”

Scherza invece Lewis Hamilton, parlando del suo passato: “Da bambino preferivo di gran lunga le moto ma secondo mio papà erano troppo pericolose, quindi ha finito per comprarmi un kart…. Beh, devo ammettere che la sua è stata una felice intuizione perché negli anni scorsi, con Valentino in giro e così a lungo, non avrei certo vinto tutto quello che ho vinto in Formula Uno! Però ho sempre tenuto in garage delle moto sportive, con le quali mi sono divertito, naturalmente al di fuori della stagione della F1″.

Anche il sette volte campione del mondo, come Rossi, si è soffermato su un dolce ricordo: “Uno dei momenti che ricordo con più emozione è il mio primo test al volante di una monoposto della massima formula. Era l’epoca dei motori V10: ricordo il suo urlo nelle mie orecchie e ricordo di aver pensato: ce l’ho fatta per davvero! Penso che Valentino possa capire quello che intendo, perché proprio in quel periodo – quando alla Ferrari c’era Schumacher – lui ebbe l’opportunità di guidare la Rossa”.

Rossi e Hamilton, il ruolo di responsabilità

Rossi e Hamilton sono due eterni campioni e avranno sempre un ruolo importante nel mondo dei motori, come ha ricordato infine l’inglese: “Gente come me e Valentino ha un ruolo di responsabilità nel nostro sport e soprattutto nei confronti delle nuove generazioni. Per quanto mi riguarda, è quello che faccio con “Mission 44″: cercare di creare delle opportunità di lavoro nel motorsport. A seconda del potenziale e della struttura, in una squadra di Formula Uno lavorano da un minimo di un migliaio di persone fino a duemila e – come succede d’altra parte nel mercato del lavoro del Regno Unito – le minoranze e la diversità sono scarsamente rappresentate. Un sistema largamente ingiusto, a maggior ragione nello sport dei motori, che è un ambiente ricco, anzi molto ricco, nel quale tra l’altro i costi crescono anno dopo anno”.

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