Il magnate della moda, Lawrence Stroll, ha fatto di tutto perchè suo figlio Lance potesse un giorno sedersi al volante di una monoposto di Formula uno. Obiettivo centrato a partire dalla categorie inferiori.
Dopo aver dimostrato ottimo talento sui kart, Lance si è ripetuto guidando spesso le migliori macchine del lotto, come dimostrano le vittorie ottenute con il team Prema nella Formula 4 italiana nel 2014 e nella Formula 3 europea nel 2016. Così Lance Stroll è arrivato in Formula uno: da un aparte grazie al suo talento, dall’altra grazie al denaro messo a disposizione dal papà. Lance ha potuto prepararsi con diverse sessioni di test al volante di una vecchia Williams, per allenarsi al meglio in vista dell’esordio in Formula 1 del 2017, avvenuto ad appena 18 anni.
Ironia della sorte è proprio la scuderia britannica a permettere al giovane Stroll di disputare le prime gare nella massima serie e il canadese è riuscito a salire sul podio dopo soli 8 GP, nella rocambolesca corsa di Baku.
Ma la Williams in quel periodo era in fase calante e ai 40 punti raccolti nella prima stagione sono seguiti gli 8 della seconda: “I due anni in Williams sono stati una tortura. Se sei abituato a vincere nelle formule minori e poi arrivi solo diciottesimo, allora è difficile da digerire“, ha raccontato papà Lawrence, che ha così acquistato la Racing Point, garantendo di conseguenza un sedile al figlio: “Era molto importante dare a Lance l’occasione di guidare una monoposto più competitiva e così è stato. Nel 2019 ha fatto una buona stagione e nel 2020 ancora meglio, finendo undicesimo in classifica e finendo due volte sul podio a Monza e Sakhir. In più in Turchia ha segnato la pole in condizioni difficili“. Lawrence Stroll è convinto del talento del figlio: “Lance ha dimostrato nelle categorie inferiori di poter vincere gare e titoli, dal kart alla F4 alla F3. In quelle serie il materiale è quasi identico ed è il pilota a fare la differenza. In quel periodo ha avuto la meglio su alcuni piloti che poi sono arrivati in Formula 1″.