Mick Schumacher, non è pronto, di più. Il pilota tedesco, figlio dell’ex campione Michael, quest’anno farà il suo esordio tra i motori che contano, in F1 dove gareggerà con il team Haas.
Mick a breve farà il suo debutto, manca infatti poco più di un mese dal suo primo GP (GP del Bahrain) e ne ha parlato in un’intervista rilasciata a “Auto, Motor und Sport“: “In una scala da 1 a 10 sono pronto 9 – ha detto – Abbiamo ancora un paio di settimane nelle quali posso migliorarmi. Sono pronto, non vedo l’ora che si parta”.
Scalpita il pilota per poter iniziare e per poter dimostrare a tutti il suo valore, anche se dovrà comunque maturare e crescere perché, come lui stesso ammette, nonostante la discreta esperienza nulla è come la Formula 1.
“Pur avendo una discreta esperienza nelle altre categorie, nulla è come la Formula 1. Sarà speciale. Tramite Zoom io e il mio team stiamo facendo tante chiamate, in modo che io mi prepari al meglio, ma le gare vanno vissute per essere capite. Si impara solo facendo. Per questo mi dispiace che il venerdì avremo a disposizione due ore e non più tre. Inoltre, abbiamo anche meno giorni di prove. Queste però sono le regole, ci adegueremo. Il mio obiettivo rimane guidare il più possibile. Fortunatamente ho la possibilità di guidare al simulatore stando a casa, altrimenti, causa Covid-19, avrei avuto ancora più restrizioni e meno possibilità di allenarmi. Andare in pista è un’altra cosa”.
Non si pone limiti Mick che sa anche di aver fatto la scelta giusta decidendo di correre con Haas che, come spiega, non sarà un team grande ma è una squadra dove c’è un rapporto diretto e intenso tra tutti e con i piloti, cosa che gli permetterà di crescere.
Non esclude nemmeno la chance di poter salire sul podio, magari sfruttando ogni occasione possibile a suo favore: “Se ci verrà data la possibilità e avremo un po’ di fortuna faremo di tutto per approfittarne e portare a casa buoni risultati. E se capiteranno un paio di gare folli come l’anno scorso, forse ci sarà anche la possibilità di salire sul podio. Certo, sarebbe un sogno, ma dobbiamo essere in grado di sognare”.