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Fagioli, il terapista contro Abodi: "Via chi scommette e poi vuol far sponsorizzare la Nazionale? Ipocrisia"

Lo psicologo che segue il centrocampista commenta la proposta del ministro dello Sport: "E poi sulle maglie ci sarebbero le insegne dei provider del gioco d'azzardo, follia".

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Rino Dazzo

Rino Dazzo

Giornalista

Se mai ci fosse modo di traslare il glossario del calcio in una nicchia di esperti, lui ne farebbe parte. Non si perde una svista arbitrale né gli umori social del mondo delle curve

Via dalla Nazionale chi ha il vizio del gioco e delle scommesse: la proposta del ministro dello Sport Andrea Abodi ha subito scatenato reazioni, più o meno vivaci. Se i primi a sobbalzare sulla sedia sono stati Luciano Spalletti e Gabriele Gravina, viste le ripercussioni che un simile, drastico provvedimento potrebbe avere sulla già malconcia selezione azzurra, a stretto giro di posta è arrivata la prima replica ufficiale di un professionista vicino a uno dei diretti interessati. Paolo Jarre, terapista di Nicolò Fagioli, non le ha mandate a dire al ministro nel corso di una intervista a LaPresse.

Il terapista di Fagioli, Paolo Jarre, e la proposta di Abodi

Jarre segue il percorso di recupero di Fagioli, uno dei giovani calciatori maggiormente coinvolti nello scandalo, per il quale è stato fermato – di fatto – per quasi tutta la passata stagione. Grazie anche al suo supporto, il ragazzo oggi ha compiuto notevoli passi avanti nella lotta alla ludopatia, è uno dei punti fermi della Fiorentina, dove è approdato in prestito dalla Juve, e della stessa Nazionale di Spalletti. Quella del professionista è una reazione d’impeto, d’orgoglio, anche di rabbia alle parole del ministro, che potrebbero precludere le porte della Nazionale a Fagioli e ad altri giovani calciatori implicati.

Lo psicologo di Fagioli e le contraddizioni sulle scommesse

“È clamoroso, scandaloso, che il ministro dello Sport Abodi faccia una reprimenda morale ai ragazzi sportivi professionisti che giocano d’azzardo e negli stessi giorni si faccia promotore dell’abolizione del sacrosanto divieto di pubblicità che era stato sancito dal decreto dignità del 2018″, sottolinea Jarre a LaPresse. “Se fosse per il ministro questi ragazzi non solo potrebbero essere immersi in un ambiente in cui si parla continuamente di scommesse, nei campi ci sono i banner, ma addirittura sulle proprie maglie dovrebbero portare le insegne dei provider del gioco d’azzardo. È veramente una situazione folle da questo punto di vista”.

Scommesse, l’accusa: “Ipocrisia generale su contratti e sponsor “

Già, perché i soldi delle agenzie di scommesse o di certi siti fanno gola a Figc e Lega. “Anche le squadre professionistiche italiane, di alcune lo so per certo, hanno una serie di contratti e sponsorizzazioni nel mondo del gioco d’azzardo che valgono in tutto il mondo ma non in Italia. È un altro degli aspetti dell’ipocrisia generale”, l’altra accusa di Jarre. “Le notizie che ho, fanno pensare che ci siano centinaia di ragazzi che giocano. L’altra ipocrisia della Figc è che se uno scommette sul calcio è squalificato, ma uno può rovinarsi e rendersi anche ricattabile giocando su tennis, pallacanestro, indebitarsi e diventare ricattabile ma questo alla Figc non interessa”.

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