E’ stato sufficiente un comunicato di appena tre righe, pubblicato dalla Federazione Internazionale di Judo perché si formalizzasse l’espulsione del presidente Vladimir Putin e dell’oligarca Arkady Rotenberg (tra i più vicini al presidente e proprietario di ville e beni anche in Italia) dai rispettivi ruoli in seno alle massime istituzioni sportive di questa nobile arte.
Un provvedimento che sancisce la posizione da parte della FIJ, dopo la sospensione a carico di Putin dall’incarico di presidente onorario di una settimana prima, quando la situazione internazionale era già critica.
La Federazione Internazionale Judo espelle Vladimir Putin
Un comunicato essenziale, quello pubblicato dalla Federazione che non fa altro che formalizzare dunque l’indirizzo del mondo dello sport.
“La Federazione Internazionale di Judo annuncia che Sig. Vladimir Putin e Sig, Arkady Rotenberg sono stati rimossi dalle rispettive posizioni ricoperte in seno alla Federazione Internazionale di Judo”, il testo del breve comunicato.
Quanto viene sancito con la nota che trionfa sulla home page del sito ufficiale, interrompe un sodalizio formale che proseguiva da tempo, dal 2008 quando Putin venne incaricato in via ufficiale del proprio ruolo nella Federazione e divenne ambasciatore onorario; l’ex funzionario del Kgb fin dalla gioventù aveva manifestato una grande attenzione nei riguardi della disciplina e praticato attivamente judo dall’adolescenza, con passione e attenzione, iniziando le giovani generazioni russe a questo sport, rafforzato in Russia dall’opera di Putin in qualità anche di questi incarichi.
La stretta del mondo dello sport
La stretta che il mondo dello sport sta attuando nei confronti di atleti russi e bielorussi, dietro intervento del CIO e delle singole Federazioni o della FIfa e della Uefa, si riflette in questa espulsione dai massimi vertici mondiali del judo a carico di Putin e di uno degli oligarchi considerati più fedeli e allineati.
L’ultimo caso, quello della lettera “Z” sul body del ginnasta russo Ivan Kuliak ne è un esempio: la FIG non ha ritenuto che fosse possibile permettere che quanto accaduto a Doha cadesse nel dimenticatoio.
Putin e judo: passione, Russia e un libro
In qualità di appassionato praticante, Putin ha pubblicato una sorta di manuale sportivo dal titolo Impara il judo con Putin. La storia la tecnica la preparazione, aveva partecipato inoltre a due campionati mondiali (Chelyabinsk nel 2014 e Budapest nel 2017) e al torneo olimpico di Londra nel 2012.
Come egli stesso ha ammesso, al judo si è avvicinato appena 13enne e ancora oggi rientra tra le sue personali passioni, passioni che rimangono – come tanto, troppo di quanto lo riguardi, avvolti da un mistero alimentato con sagacia e permeabili strumenti volti ad allontanare l’attenzione da sé.
Stavolta, invece, queste tre righe hanno sancito l’effetto opposto rispetto al passato allontanando l’intero movimento del judo, al pari del taekwondo che a livello federale ha anticipato questa valutazione, da Putin e non l’inverso.