Quando nella serata del 28 febbraio, è stata ribattuta la nota diffusa dalla Federazione Internazionale di Taekwondo – che trionfa ancora oggi in apertura del proprio sito ufficiale – la percezione immediata è stata che fosse una conseguenza ovvia di quanto asserito in precedenza dalla Federazione di Judo. A rileggerla oggi, i contenuti sono ancora più netti di quanto paresse. A Vladimir Putin viene tolta la cintura nera, dunque, conferita nel novembre 2013 in palese contrasto e disappunto con quanto sta avvenendo in Ucraina.
- Taekwondo: ritirata cintura nera a Putin per guerra in Ucraina
- Volley: no ai Mondiali maschili in Russia
- Scherma: l'Italia non tira contro la Russia
- Tennis, la denuncia della Svitolina: Russia e Bielorussia fuori
- La dura posizione del World Athletics sulla Russia
- Ucraina, l'azione del rugby: Russia e Bielorussia sospese
- Adidas lascia la Federcalcio russa
Taekwondo: ritirata cintura nera a Putin per guerra in Ucraina
Il testo del comunicato diffuso dal massimo organo di questa nobile disciplina non ammette interpretazioni:
“Il Taekwondo mondiale condanna fermamente i brutali attacchi a vite innocenti in Ucraina, che vanno contro la visione del Taekwondo mondiale all’insegna de “La pace è più preziosa del trionfo” e i valori di rispetto e tolleranza A questo proposito, World Taekwondo ha deciso di ritirare la cintura nera onoraria di 9° dan conferita a Vladimir Putin nel novembre 2013″, si legge.
“In solidarietà con il Comitato Olimpico Internazionale, nessuna bandiera o inno nazionale russo o bielorusso sarà esposto o suonato agli eventi mondiali di Taekwondo. Il World Taekwondo e l’European Taekwondo Union non organizzeranno né riconosceranno eventi di Taekwondo in Russia e Bielorussia. I pensieri di World Taekwondo sono rivolti al popolo ucraino e speriamo in una fine pacifica e immediata di questa guerra”, la seconda e ultima parte della nota.
Una decisione in linea con quanto sostenuto, poche ore prima, dalla federazione di Judo che prima si era schierata apertamente contro Putin e l’offensiva russa in Ucraina, sospendendo il suo status di Presidente Onorario e Ambasciatore della Federazione Internazionale. E che sancisce, ancora più nitidamente, quanto le istituzioni sportive vogliano ribadire il proprio distacco rispetto alle politiche russe e che trova riscontro in singole e specifiche iniziative.
Volley: no ai Mondiali maschili in Russia
La Federazione Internazionale di volley ha infatti ufficializzato questa mattina che la Russia non sarà la sede dei Mondiali maschili, inizialmente in programma dal 26 agosto all’11 settembre prossimi. La decisione è stata presa dal Board della Fivb in accordo con il Comitato Organizzatore locale e la Federazione russa di pallavolo perché “naturalmente non esistono più i presupposti per l’organizzazione del torneo”.
La Fivb rende poi noto che è al lavoro per trovare un paese ospitante “che possa garantire il regolare svolgimento della manifestazione in un clima di pace e gioia”.
Scherma: l’Italia non tira contro la Russia
Le Nazionali italiane impegnate ai Campionati Europei Giovani e Cadetti di Novi Sad 2022, dove sono in programma tre gare a squadre Under 20, non tireranno contro la Russia in segno di palese protesta per quanto sta accadendo in terra ucraina. La decisione presa dalla Federazione Italiana Scherma, e condivisa con il Coni, scaturisce dalla ferma volontà di lanciare un forte messaggio di condanna rispetto a quanto sta accadendo in Ucraina.
“Visto il silenzio della FIE nel recepire l’indicazione del Comitato Olimpico Internazionale, circa l’esclusione della Russia dalle competizioni, l’Italia ha deciso che non presenterà le nostre squadre in pedana negli incontri con la Nazionale Russa”, ha detto il presidente della Federazione Italiana Scherma, Paolo Azzi. Nella rassegna continentale giovanile in Serbia sono di scena oggi le prove a squadre Under 20 di spada femminile, fioretto femminile e sciabola maschile.
E’ un caso anche quanto sta avvenendo, a pochissimo dall’avvio del Mondiale, in F1: piloti russi, scuderie e sponsorizzazioni sono legate a doppio filo a quanto sta avvenendo.
Tennis, la denuncia della Svitolina: Russia e Bielorussia fuori
In segno di denuncia, la tennista ucraina Elina Svitolina aveva annunciato che a Monterrey dove è stata sorteggiata contro la russa Anastasia Potapova, non avrebbe giocato nel suo primo match. Numero 15 del ranking mondiale e prima testa di serie del torneo messicano, aveva comunicato su Twitter che “non giocherà nessuna altra partita contro tennisti russi o bielorussi fino a quando le nostre organizzazioni adotteranno le misure necessarie. Voglio rendere omaggio a tutti i giocatori, soprattutto russi e bielorussi che hanno coraggiosamente dichiarato la loro posizione contro la guerra. Il loro sostegno è essenziale”.
La 27enne di Odessa, che l’estate scorsa ha sposato il tennista francese Gael Monfils, aveva così esercitato una pressione indubbia sugli organi di governo del tennis maschile (ATP), femminile (WTA) e internazionale (ITF):
“Credo che la situazione attuale richieda una posizione chiara da parte delle nostre organizzazioni. Noi giocatori ucraini abbiamo chiesto ad ATP, WTA e ITF di seguire le raccomandazioni del CIO e di ammettere atleti russi o bielorussi come atleti neutrali, senza simboli nazionali, colori, inni o bandiere”, aveva concluso Svitolina. Per la cronaca, la campionessa ucraina ha giocato e vinto con i colori dell’Ucraina, ribadendo che: “sta giocando la mia nazione”.
Dopo questo appello, è arrivata la decisione dell’Itf: Russia e Bielorussia sospese dalle competizioni a squadre, ma gli atleti dei due Paesi potranno continuare a giocare a livello individuale. Oltre alla cancellazione di tutti gli eventi Itf nei due Paesi.
L’Itf “rimane in stretto contatto con la Federazione ucraina di tennis ed è solidale con il popolo ucraino”. In sostanza, con la decisione si chiudono le porte a Russia e Bielorussia per quel che riguarda le competizioni come Coppa Davis e Billie Jean King Cup, ma i singoli tennisti incluso il nuovo numero uno, il russo Daniil Medvedev che ha pubblicato un accorato appello sui social per la pace, potranno continuare a disputare i tornei Atp e Wta tour.
La dura posizione del World Athletics sulla Russia
Anche la World Athletics, la federazione mondiale di atletica leggera, si è allineata e ha deciso di escludere con effetto immediato tutti gli atleti e il personale di supporto di Russia e Bielorussia da tutti gli eventi delle World Athletics Series, a seguito dell’invasione militare russa in Ucraina. Il tutto sancito in un comunicato, pubblicato il 1° marzo, sul sito ufficiale della World Athletics.
Qui, però, va fatta una postilla: come ricorderete, la Federazione russa di atletica leggera (RusAF) è stata già sospesa dalla World Athletics nel novembre del 2015 a causa di violazioni al codice antidoping e quindi non può ospitare eventi internazionali. Il processo di atleta neutrale autorizzato (Ana) rimane in vigore, ma gli atleti russi che hanno ricevuto lo status per il 2022 sono esclusi dagli eventi.
Nella nota si spiega che i russi sono fuori da: campionati mondiali di atletica leggera ad Eugene, i campionati mondiali indoor di Belgrado (18-20 marzo) e i campionati mondiali a squadre di marcia del 4 marzo a Muscat (Oman).
Ucraina, l’azione del rugby: Russia e Bielorussia sospese
“Sospensione totale e immediata di Russia e Bielorussia da tutte le attività transfrontaliere delle Nazionali e dei club di rugby fino a nuovo avviso. Sospensione totale e immediata della Rugby Union of Russia dall’appartenenza a World rugby fino a nuovo avviso”. Questo è il testo diffuso dalla World rugby che si è unita alla condanna nei riguardi delle azioni avviate dalla Russia ai danni dell’Ucraina.
Adidas lascia la Federcalcio russa
Anche gli sponsor stanno facendo la loro parte e non solo in F1, dove il tema è delicato e non proprio pacifico: Adidas ha deciso di sospendere la sponsorizzazione della Federcalcio russa; lo ha reso noto il portavoce della multinazionale, in seguito alla decisione di Fifa e Uefa di estromettere la Russia e i club russi da tutte le competizioni.
Il cerchio che si va stringendo sempre di più e che sta isolando, ancora di più Putin e – soprattutto – gli atleti russi.
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