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Ferrari, Montezemolo attacca l'attuale Gestione Sportiva

L'ex presidente della casa di Maranello duro con l'organizzazione del team di Formula 1 presieduto da Mattia Binotto.

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Il 2020 è stato uno dei peggiori di tutta la storia della Ferrari in Formula 1. La casa di Maranello si è classificata sesta, senza vincere un Gran Premio, nel mondiale costruttori, esattamente come era successo nel 1962, nel 1969 e nel 1973, peggio era andata solo nel 1980, in cui si era classificata addirittura decima, oltretutto l’anno dopo il titolo mondiale vinto da Jody Scheckter con Gilles Villeneuve secondo.

L’obiettivo, adesso, è fare risultati migliori dei tre podi conquistati l’anno scorso e tornare, come minimo, la terza forza del Circus alle spalle di Mercedes e Red Bull in un 2021 che sarà inevitabilmente ancora molto difficile a causa del rinvio del cambio dei regolamenti al 2022. Tuttavia ci sarà anche da riorganizzare completamente il lavoro del team capeggiato da Mattia Binotto: è questo il suggerimento di Luca di Montezemolo, presidente della Ferrari dal 1991 al 2014, che in un’intervista alla versione online di Sport Bild, è stato molto duro sull’attuale gestione sportiva della scuderia del Cavallino Rampante.

“Il campionato 2020 della Ferrari è stato un disastro – ha detto Montezemolo – in passato, anche il terzo posto era considerato un fallimento. Noi eravamo soliti cercare i nostri difetti e assumere i migliori talenti per le posizioni nelle aree problematiche, che si trattasse di aerodinamica, elettronica, meccanica. Ora la Scuderia non è organizzata correttamente e questo non può essere cambiato in un anno. Ora una persona è responsabile di tutto, ma spero che trovi presto chi può aiutarlo”.

L’unico motivo che fa gioire il 73enne Montezemolo è l’approdo in Formula 1 col Team Haas di Mick Schumacher, che fa parte della Ferrari Driver Academy e che è figlio di Michael, colui che regalò cinque titoli mondiali piloti dal 2000 al 2004 e sei titoli costruttori dal 1999 al 2004 a Montezemolo. “Il nome non è sufficiente per vincere, naturalmente, quindi è un bene che gli sia permesso di guidare per una scuderia di seconda fascia e senza pressione, per farsi le ossa. Il mio primo pensiero è stato per Michael. Posso solo sperare che Michael possa partecipare al successo di suo figlio da casa e che sia una grande soddisfazione per lui”.

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