Luca Toni, a RTV38, ha analizzato alcune questioni di casa Fiorentina, partendo dal suo amico Ribery: “In mezzo al campo fa più fatica perché ci sono tanti giocatori, sulla fascia si trova meglio. E’ l’unico giocatore nella Fiorentina che salta l’uomo. In questo momento la squadra non si può permettere di giocare con due punte vere. E Prandelli lo sa“.
Vlahovic è pronto per una Fiorentina che possa puntare all’Europa?
“Ci vuole un programma chiaro in una squadra. Vlahovic ci può stare in una squadra che possa puntare al settimo/ottavo posto. Il problema oggi non è Vlahovic ci sono tanti giocatori che non stanno rendendo per le loro qualità. E’ troppo riduttivo pensare solo al centravanti. Serve un progetto mentre adesso mi sembra che si compri giusto per tappare il momento. Io credo si debba partire da una domanda: cosa vogliamo fare nei prossimi due o tre anni? E’ chiaro che settimo/ottavo non ci arrivi se non hai un programma. La Fiorentina non ha comprato giocatori per il futuro ma solo per salvare il momento“.
Prandelli cosa ha rappresentato per voi e cos’è oggi?
“Con me sono stati due anni stupendi alla Fiorentina. Prandelli fu bravo a creare un bel gruppo ma noi insieme ci trovavamo molto bene. Eravamo davvero un grande gruppo. Io ho fatto tanti gol anche perché la squadra giocava per me. Prandelli è stato molto più bravo l’anno dopo con una squadra che partiva da -19. Quella è stata la miglior Fiorentina e Prandelli fece un grande lavoro. Oggi invece vedo un Prandelli che ancora non ha capito come far giocare la squadra con le sue idee. Senza Ribery la Fiorentina non ha creato nulla“.
Ci racconti il tuo ritorno a Firenze con i Della Valle?
“Io arrivai alla Fiorentina l’anno in cui Berbatov non arrivò in viola. Io ero a Milano, ascoltai alcune offerte e poi il mio procuratore mi disse della possibilità di Firenze. Mi chiamò Andrea Della Valle e io gli dissi: vengo a piedi, al contratto pensateci voi. Con la Fiorentina ho iniziato la mia seconda giovinezza. Montella mi propose di allenare gli Allievi Nazionali ma io risposi che non avevo voglia di smettere e sono andato a Verona. E’ stata la mia rivincita nei confronti anche di Montella“.
Come andò nel 2006 la tua permanenza alla Fiorentina?
“C’era l’Inter che mi voleva a tutti i costi. Io parlai con la dirigenza viola perché l’Inter mi dava tanti soldi. Corvino mi disse di portare 25 milioni per partire. L’Inter arrivò a questa offerta ma poi Diego Della Valle mi chiamò e mi disse che dovevo restare per salvare la Fiorentina e che poi l’anno successivo mi avrebbe accontentato. A quel punto rifiutai anche l’aumento dell’ingaggio, ero carico per la stagione con la Fiorentina“.