La seconda vita in NFL di Aaron Rodgers potrebbe non essere nemmeno cominciata. Perché adesso tutti temono che la fine sia davvero dietro l’angolo: al debutto con la maglia dei New York Jets, dopo un’intera carriera passata a Green Bay con i Packers, il quarterback 39enne è incappato in un rovinoso infortunio che ha posto fine intanto alla sua stagione, ma che potrebbe seriamente aver gettato un’ombra minacciosa sull’intera avventura nello sport professionistico.
Perché a quell’età riprendersi da un infortunio tanto grave (rottura del tendine d’Achille) non è per nulla semplice: se Tom Brady è arrivato a giocare fino a 45 anni è soltanto perché il fisico gliel’ha permesso, mai gravato da infortuni seri e tali da costringerlo a saltare un’intera annata. Rodgers, sul quale invero qualche dubbio a livello di integrità fisica era già stato avanzato in tempi non sospetti, questa “qualità” non sembra mai averla avuta. E adesso rischia davvero di dover alzare bandiera bianca, proprio nel momento in cui stava cominciando per lui un nuovo capitolo di storia.
Appena quattro snap
L’avventura di Rodgers in maglia Jets è durata (per ora, si spera) appena quattro snap. Un handoff a Breece Hall, un incompleto in profondità, uno snap bruciato da una penalità difensiva dei Buffalo Bills e il sack di Leonard Floyd che lo ha colpito involontariamente alla gamba, provocando un movimento innaturale che ha portato alla rottura del tendine d’Achille.
È tutto racchiuso in queste quattro azioni il 2023-24 del grande colpo di mercato della franchigia della grande mela, che sperava di fare il definitivo salto di qualità proprio grazie all’esperienza dei veterano dei Packers, a lungo grande antagonista di Brady, che inseguiva a sua volta quel Super Bowl vinto in carriera una sola volta nella stagione 2010-11 contro i Pittsburgh Steelers.
Un matrimonio che aveva spaccato in due l’opinione pubblica, poiché dal 2005 in poi il quarterback originario di Chico (cittadina della piccola contea di Butte, in California) aveva sempre e solo vestito la maglia dei Packers, e in qualche modo l’addio a Green Bay era parso come una sorta di affronto verso una città alla quale aveva dato tanto, ma dalla quale aveva ricevuto anche tantissimo nel corso delle 18 stagioni vissute in Wisconsin. Ma a New York avevano giustamente esultato all’annuncio del suo arrivo: una buona squadra era pronta a lanciarsi definitivamente nell’élite della lega, degna contender per cercare di riportare quel titolo che manca dal 1969. Un proposito destinato a restare tale.
La maledizione dei Jets
I Jets sono considerati da sempre alla stregua di una delle squadre più “sfortunate” di tutta l’NFL. E quanto capitato a Rodgers conferma una regola non scritta, ma che vede la franchigia newyorchese gravata di una sorta di maledizione che le impedisce di poter essere davvero competitiva al cospetto delle tante rivali.
Con Aaron il sogno di poter diventare una squadra da titolo stava prendendo forma, ma subito si è trasformato in un incubo. E fa ancora più male pensare che la partita d’esordio contro i Buffalo Bills, una delle squadre più quotate della lega, alla fine sia stata vinta per 22-16 con una monumentale prova della difesa, a testimonianza del fatto che il materiale per puntare a far bene c’era e ci sarebbe tutto, ma senza il quarterback titolare tutto rischia di rivelarsi dannatamente complicato.
Incognita futuro
L’infortunio occorso a Rodgers è tra i peggiori per uno sportivo, figurarsi per un giocatore NFL: il tendine d’Achille è tra i punti più sollecitati del corpo, sia in fase di spinta che di “atterraggio”, e chiaramente l’età avanzata può rivelarsi un fattore oltremodo determinante per sancire o meno la fine della carriera di un giocatore.
Aaron sapeva che questa sarebbe stata probabilmente l’ultima carta da giocare, e lo shock per l’infortunio subito potrebbe convincerlo ad appendere il casco al chiodo, dopo aver già meditato di fare altrettanto nei mesi scorsi, quando il matrimonio con i Packers era finito e i Jets sullo sfondo erano solo un’ipotesi.
La stagione NFL è partita così con uno schiaffo in piena regola, perché tantissimi appassionati non aspettavano altro che osservare da vicino cosa avrebbe potuto fare il buon vecchio Rodgers in un contesto tanto particolare come quello newyorchese. Resterà (per ora) il più grosso “what if” degli ultimi anni: se davvero l’avventura di AR fosse finita in questo modo, certo il destino si sarebbe divertito proprio a tirare uno scherzo che più crudele non avrebbe potuto essere.