L’attesa logora chi la vive e anche un rinnovo, per un allenatore in bilico, può incidere su resa e obiettivi. Rino Gattuso ha sistemato l’ultimo strappo su un rinnovo che se verrà firmato, sarà reso noto e dunque pubblico quando un qualche obiettivo si farà concreto e verrà smaltito dal presidente Aurelio De Laurentiis quanto detto da Ringhio ai giornalisti.
Con un calendario così fitto e decisivo, a questo punto, quel che conta è centrare il risultato e non inquinare l’ambiente – già teso – con la questione contratto e possibili avvicendamenti.
Al Napoli toccano la semifinale di Coppa Italia con l’Atalanta, sabato la trasferta a Marassi con il Genoa, mercoledì il ritorno di Coppa a Bergamo, giovedì diciotto l’andata dei sedicesimi di finale d’Europa League a Granada e alla domenica la Juventus al San Paolo.
Il pranzo tra Gattuso e De Laurentiis
E quel foglietto che secondo La Repubblica Napoli costituiva il piano d’intesa tra presidente e allenatore, siglato a Castelvolturno a fine ottobre? Che ne è stato di quello?
Dopo un pranzo di confronto tra presidente e tecnico,sarebbe emerso quel dettaglio atteso e discusso: il progetto di un percorso comune fino al 2023. Invece quel patto morale non è mai stato sottoscritto, mai firmato e anche la risposta di Rino in conferenza stampa e quello sfogo ai microfoni sono i segnali di un rapporto che deve ancora definirsi secondo i nuovi contorni della crisi.
I nuovi contorni della crisi del Napoli
Dalla sua, Gattuso ha i giocatori. E non è poca cosa considerando il precedente del suo mentore e maestro Carlo Ancelotti che ha portato via da Napoli famiglia e staff dopo il divorzio da De La. Una frattura non proprio indolore, quella. Neanche per i calciatori che ne avevano preso le difese.
La delusione di Rino è scaturita forse anche da quella intesa fissata su un bigliettino, che non ha mai ricevuto un degno seguito. E che ripercorre, pericolosamente, uno schema già visto.
Il conflitto ADL-Gattuso: un nuovo modello
Una diatriba che non si consuma più dentro il silenzio di uno spogliatoio alla maniera del confronto narrato da Paolo Sorrentino, ma tra il presidente-imprenditore e l’allenatore.
Di questi conflitti se ne sono susseguiti diversi, nella storia recente del Napoli. E’ un bene? E’ un male?
La novità risiede nella reazione e nella gestione con un ruolo di vantaggio, almeno mediatico, assunto da Gattuso che non ci sta a fare la parte assegnata da copione. Non è un uomo da cinema, ma un uomo di campo. La sfida portata su questo piano potrebbe avere esito imprevedibile e segnare una inversione di tendenza, rispetto al recente passato. ADL non ama essere contraddetto nella gestione delle sue aziende, e Napoli lo è, e predilige tecnici aziendalisti. Come potrebbe rivelarsi Max Allegri, qualora quelle nozze promesse in un pranzo di fine autunno saltassero.
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