Ora che la sua voce piena, potente e modulata da anni di esercizio e padronanza, dovute al rigore che la scuola Rai imponeva allora a quanti come Giampiero Galeazzi avevano intrapreso un percorso unico e magnifico nel racconto televisivo, è affidata alle telecronache ci hanno scosso, emozionato e commosso la sua personalità, istrionica, ironica ma mai invadente è ancora più affettuosa.
Galeazzi e il calcio, amore per Diego Armando Maradona
Il telecronista del riscatto di Napoli, grazie a Diego Armando Maradona, al suo canottaggio e ai suoi fratelli Abbagnale con l’infaticabile Peppino Di Capua sono una lezione di giornalismo televisivo, ma prima ancora e fuori dai canoni formali e quasi sedimentati della tecnica la testimonianza vivida di un uomo e di uno sportivo capace di trasmettere le sensazioni attraversate in quel momento.
Le telecronache dei fratelli Abbagnale
Il suo canottaggio, il tennis, il calcio e chissà quanto altro, tra sport e intrattenimento si ritrova tra i ricordi di ciascuno. Il suo pubblico è stato e sarà sempre vario, eterogeneo, popolare perché sapeva rivolgersi con educazione a chiunque e non temeva che quella semplicità lo invadesse. Bisteccone ha coinvolto nell’impresa dello storico oro dei fratelli Carmine e Giuseppe Abbagnale, nel campionato del mondo di Lucerna come nessuno mai in questo sport: era il 1982.
“Non li prendono più, non li prendono più”, gridava Giampiero Galeazzi commentando l’equipaggio azzurro che navigava davanti alla Bulgaria. E’ stato l’inizio dell’era segnata dagli Abbagnale che a Seoul, Olimpiadi 1988, hanno segnato un’epoca ricca e felice. “Andiamo a vincere!”. è stato il suo urlo liberatorio misto alle lacrime e anche chi ascoltava dall’altra parte del mondo si è commosso, ha gioito, ha imparato a capire che sacrificio ci sia dietro a quella medaglia d’oro per i ragazzi di Castellamare e tutto il team azzurro di uno sport considerato minore, periferico.
Otto anni dopo tocca a terzo fratello Abbagnale, Agostino, con Davide Tizzano: il due con è sul gradino più alto del podio alle Olimpiadi di Atlanta ’96. E anche allora fu Galeazzi a commentare con il suo entusiasmo immancabile, quella epopea: “Seul non è mai finita”, esulta dalla sua postazione sulle acque del lago Lanier.
La vittoria di Antonio Rossi
A Sydney 2000, poi, a riempire la voce di Galeazzi è stato un altro protagonista, Antonio Rossi: la telecronaca trionfale della gara di K2 che si concluse con l’oro per la coppia Antonio Rossi-Beniamino Bonomi è stata segnata da un’altra trovata delle sue. Quell'”Andiamo a vincere ancora”, a risentirlo oggi, mette i brividi. Idem per Agostino Abbagnale (insieme a Simone Raineri, Rossano Galtarossa e Alessio Sartori) e c’è ancora Galeazzi che più che raccontare, cantò un “alé alé alé” e “vinciamo, vinciamo”, che si inquadrano perfettamente nella sua cifra stilistica.
Il legame speciale Galeazzi-Panatta
Nel tennis c’è stato il rapporto, sempre d’amore, con Adriano Panatta: una coppia di fatto, un duo indissolubile, due amici della racchetta e della vita bella che mai si sono distaccati l’uno dall’altro. Ed è innegabile che senza Giampiero, una partita di tennis commentata da Panatta non sarebbe mai la stessa.
FAQ
- Giampiero Galeazzi quanti anni aveva?
-
Il grande telecronista Giampiero Galeazzi aveva quasi 75 anni, quando è morto a causa di una lunga malattia il 12 novembre 2021. Era nato il 18 maggio 1946
- Le famose telecronache di Galeazzi quali sono?
-
Le più celebri sono legate al canottaggio: all'oro dei fratelli Abbagnale nel canottaggio a Seoul e a Antonio Rossi nel 2000, nella canoa ai Giochi di Sydney
- Quali sport seguiva Giampiero Galeazzi?
-
Da inviato e telecronista, Giampiero Galeazzi ha seguito calcio, canottaggio e tennis
VIRGILIO SPORT