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Giro d'Italia, 2a tappa: Roglic mostra i muscoli, ma Tarling la spunta per un secondo. Ayuso e Tiberi devono rincorrere

Giro d'Italia, 2a Tappa: Tarling vince la crono d'astuzia, ma il vero vincitore di giornata è Roglic che si prende la maglia rosa e spedisce gli avversari diretti a distanza

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Primoz Roglic ha capito che è bene evitare di perdere tempo. E quella maglia rosa che intende vestire nel giorno in cui il Giro celebrerà il Giubileo in Piazza San Pietro (e l’avvenuta elezione di Papa Leone XIV) ha pensato bene di indossarla già nel secondo giorno della corsa, giusto per non farsi mancare niente. Sfruttando appieno le insidie ma anche le innumerevoli possibilità che la crono di Tirana gli ha proposto, un po’ come tanti potevano pronosticare. Mads Pedersen s’è dovuto accomodare alla piazza d’onore per appena un secondo, ma la verità è che Roglic aveva pianificato tutto nei minimi dettagli. Dimostrando che il “suo” Giro è cominciato decisamente sotto una buona stella.

Tarling e Roglic fuori portata. Ayuso e Tiberi arrancano

Roglic s’è preso la maglia rosa, Joshua Tarling con pieno merito una frazione che strizzava l’occhio agli specialisti e che il giovane britannico (21 anni compiuti lo scorso febbraio) ha saputo interpretare alla perfezione. In questo caso però il secondo di vantaggio l’ha fatto tornare buono proprio il corridore della Ineos Granadiers, che certo non ha fatto rimpiangere l’assenza di Filippo Ganna (i due sono compagni di squadra): Roglic s’è dovuto accontentare della piazza d’onore, ma quegli 11 secondi guadagnati su Pedersen gli hanno permesso comunque di prendere il comando della classifica generale in vista anche della tappa di domani, piuttosto mossa e predisposta a qualche colpo di mano (della serie: occhio, che qualcosa potrebbe accadere).

Alla fine però lo sloveno aveva interesse soprattutto a mettere un po’ di margine tra sé e Juan Ayuso, l’altro pretendente alla vittoria finale: 16 i secondi guadagnati sullo spagnolo dell’UAE Team Emirates XRG, che se mai ce ne fosse bisogno ha confermato di non essere ancora al top della condizione, complice forse anche la caduta nella quale è incappato nella prima tappa. E anche Antonio Tiberi paga un dazio importante: 26 i secondi di ritardo da Roglic, che nella prova contro il tempo s’è dimostrato essere su un altro piano (non pianeta).

Delusione Van Aert: il belga a cronometro non incide più

Se Roglic è decisamente il vincitore di giornata, non si può dire altrettanto per chi si aspettava di poter realmente puntare a conquistare la maglia rosa. Wout Van Aert però ha deluso, stavolta ben al di là dei tanto decantati piazzamenti centrati negli ultimi mesi: 39 i secondi di ritardo da Tarling, decisamente tanti per uno che a cronometro è sempre andato piuttosto forte.

Alla fine l’UAE Team Emirates XRG, al netto della giornata in chiaroscuro di Ayuso, ha fatto capire però di essere decisamente presente: nella classifica generale ha tre uomini nelle prime sei posizioni, con Brandon McNulty e Isaac Del Toro perfetti scudieri dello spagnolo (Jay Vine è terzo di giornata, appena davanti a Edoardo Affini). La sorpresa è il ceco Mathias Vacek della Lidl Trek, terzo nella generale.

Pillole di tappa: che bravo Pellizzari, che rischio Carapaz!

Pillole dalla seconda tappa: Giulio Pellizzari nelle intenzioni dovrà fungere da gregario in salita per Roglic, ma intanto a cronometro dimostra di aver fatto passi da gigante e si ritrova in classifica al decimo posto, distante 31 secondi dal suo capitano (e ben più specialista nelle prove contro il tempo). Non riesce a fare altrettanto Lorenzo Fortunato, che paga quasi un minuto e mezzo, continuando a “litigare” con le crono come già accadeva in passato.

Da segnalare, tra i big di classifica, i 43 secondi beccati da Tom Pidcock e i 38 lasciati sull’asfalto da Richard Carapaz, che ha rischiato pure grosso quando ha sbagliato una traiettoria e per poco non è finito a terra. Alla fine l’ecuadoriano ha limitato i danni, ma la sensazione è che contro questo Roglic potrebbe essere dura per chiunque scendere a patti. Anche se domani Pedersen avrà il terreno per riprendersi la maglia rosa e indossarla nella prima tappa italiana in programma martedì.

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