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Gol annullati ad Atalanta e Milan, Trentalange dice la sua

Il capo degli arbitri italiani ha parlato a GR Parlamento sui casi più controversi dell'ultima giornata di campionato di Serie A.

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Il presidente dell’AIA (Associazione Italiana Arbitri) Alfredo Trentalange ha parlato a GR Parlamento nella trasmissione “La politica nel pallone” condotta da Emilio Mancuso, nella quale ha detto la sua sul tema che ha scatenato così tante polemiche in due partite della diciottesima giornata di Serie A, ossia i gol annullati in Atalanta-Roma e Milan-Napoli.

Gol di Atalanta e Milan, per Trentalange è stato giusto annullarli

Al 69′ della partita tra la Dea e i giallorossi, con questi ultimi in vantaggio per 2-1 (e che alla fine vinceranno per 4-1), su calcio d’angolo Zapata colpisce di testa verso la porta romanista, Cristante la devia di spalla oltre la linea: sarebbe 2-2 ma dietro al giallorosso c’è Palomino che lo disturba e che è in fuorigioco e Irrati annulla. Al 90′ del big match tra rossoneri e partenopei Kessié segna quello che sarebbe l’1-1 dopo un batti e ribatti furibondo in area ma Massa annulla perché durante l’azione l’attaccante rossonero Giroud è considerato in fuorigioco pur essendo a terra. Ecco le parole di Trentalange.

“Su questi episodi ci sono sempre margini di discussione, il fuorigioco dice chiaramente che se un giocatore impatta sulla possibilità dell’avversario di giocare il pallone, attualmente, è fuorigioco. Nel caso di Palomino c’è un contatto e si fa fatica a dire che non c’è il fuorigioco. Poi certamente la modalità in cui si è arrivati alla decisione giusta di annullare il gol poteva essere diversa, con l’arbitro che sarebbe dovuto andare a fare una ‘on field review‘. Su Milan-Napoli bisogna vedere se il calciatore in fuorigioco ha in qualche modo impattato sull’avversario e, da quello che ho visto, impatta”.

Trentalange torna sulla questione di far parlare gli arbitri

Poi il capo dei fischietti italiani torna sulla questione della possibilità di consentire agli arbitri di parlare subito dopo la fine delle partite: “Ne abbiamo parlato, resta un mio sogno che penso sia realizzabile nel momento in cui c’è più cultura e reciprocità. A fine gara vedo ancora certe dichiarazioni sopra le righe. Più che a giustificare, gli arbitri o l’associazione sono disponibili a spiegare certe decisioni, che è una cosa diversa”.

“Ci stiamo avvicinando, ma mentre facciamo dei passi avanti sento dichiarazioni che possono ferire – prosegue Trentalange su questo argomento -. Spero che questi tempi arrivino velocemente. Serve un ambiente rispettoso sotto tutti i punti di vista, deve crescere tutto il sistema. Un confronto allenatori-arbitri e arbitri-giornalisti? Credo debbano aumentare questi incontri, per parlare tutti la stessa lingua e fare in modo di migliorare la cultura di questo paese”.

A girone andata quasi finito Trentalange promuove gli arbitri

Infine Trentalange ha fatto il punto sul rendimento degli arbitri nel girone d’andata: “Non sono uno che dà i voti, il bilancio lo lascio fare agli altri. Dal nostro punto di vista è positivo, ma senza esaltarci, perché siamo solo a metà. Se consideriamo l’impiego di molti giovani, Rocchi (che è designatore da luglio, ndr) sta facendo un lavoro formidabile, con grande attenzione ed equilibrio al gruppo”.

“Complimenti anche ai più esperti, che con grande responsabilità hanno dato spazio ai giovani – conclude Trentalange -. La loro inclusione nel gruppo è un fattore importante, sono sempre qui a combattere contro la crisi di vocazione e la violenza che spesso nasce dall’uso della parola. Accettiamo le critiche, ma non dovremmo andare oltre. Fare l’arbitro da giovane aiuta alla formazione della persona”.

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