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I 70 anni di Gaetano Scirea, il miglior libero di sempre e signore del calcio. La Juve lo omaggia

Il campione della Juventus e della Nazionale, Gaetano Scirea, rimase vittima di un incidente drammatico in Polonia: morì a soli 36 anni lasciando la moglie Mariella e il figlio Riccardo

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

Oggi, 25 maggio, il signore del calcio, il miglior libero mai visto su un campo di calcio avrebbe compiuto 70 anni. Invece Gaetano Scirea se n’è andato, era il 3 settembre 1989. Si trovava in Polonia per seguire il Gornik Zabrze, prossimo avversario della sua Juventus in Coppa Uefa.

Un rivale considerato modesto, secondo quanto venne poi ricostruito anche grazie alle successive dichiarazioni di Dino Zoff, incaricato con Scirea di verificare la caratura della squadra polacca. Si attennero entrambi alle richieste della dirigenza bianconera. D’altronde aveva speso la sua vita da calciatore per quella maglia e aver proseguito lì, a Torino, era stata la scelta più naturale, ovvia.

70 anni Scirea, la dedica della Juventus

Il 25 maggio 2023 Scirea avrebbe compiuto 70 anni. E la Juventus che gli deve troppo, lo ha rammentato con il rispetto che si deve a lui, a sua moglie Mariella e a suo figlio, i quali hanno sempre continuato a mantenere presente Gae nella memoria incancellabile dei tifosi, degli estimatori dell’uomo, del giocatore, del mito.

Sui social la società gli ha dedicato un post. Un tributo piccolo, piccolissimo rispetto alla sua grandezza umana e calcistica sopravvissuta anche a una narrazione distorta, opaca che le avversità e il tempo aggiungono.

Gaetano Scirea: il suo tragico incidente

Questo traguardo è per Mariella e Riccardo. Per Gae un compleanno che non ha celebrato, perché travolto troppo giovane dal dramma, dalla tragedia che non ha risparmiato la sua famiglia: sua moglie, il loro bambino, i genitori. Durante il viaggio di ritorno verso l’aeroporto di Varsavia, accadde quello che segnò la sua storia. Di uomo, calciatore e fedelissimo della Juventus. L’automobile su cui si trovava venne tamponata e, a causa dei bidoni di benzina stipati nel bagagliaio, la vettura prese fuoco. Dei quattro occupanti (oltre a Scirea, l’autista, l’interprete e un dirigente del Gornik) si riuscì a salvare grazie a un tentativo di estrema lucidità solo il dirigente polacco, che occupava il sedile anteriore. Un banale tamponamento interruppe e spezzò la sua vita, la famiglia Juve e il progetto di uomo per bene.

Nonostante il ricovero e il tentativo da parte dei medici, Gaetano Scirea spirò a causa delle gravi ustioni riportate. Fu Sandro Ciotti a darne l’annuncio in diretta, provato, commosso e forse incredulo, durante la Domenica Sportiva.

La reazione alla notizia della scomparsa di Scirea

Lo sgomento in studio fu tangibile, a rivedere le immagini di quella diretta. La rabbia e la frustrazione per i suoi innumerevoli ammiratori, non solo tifosi, fu altrettanto straripante. Di mio, rammento le immagini di un servizio del telegiornale che ne riassumeva l’incidente. Ma nessun fu in grado di narrare chi era e che fu in grado di donare a un Paese provato e assorto nel sogno di un calcio romantico e struggente, Gaetano Scirea. E la sua eleganza.

Il suo inarrivabile talento per le persone, verso cui non mostrava che modestia e signorilità. Oltre alle qualità tecniche imparagonabili: ancora oggi, adesso, Scirea è il miglior libero di sempre. Non è che un atto dovuto il ricordo che ogni anno la Juventus gli dona, con un comunicato o altro.

Riccardo e Mariella Scirea: il legame con Dino Zoff

L’altra immagine simbolo di quei giorni, così sofferti e sospesi, fu quella di Riccardo, il figlio di Scirea e di sua moglie Mariella. Furono lei e suo figlio (oggi alla Juve nello staff) a ricordare Gaetano, in occasione del 30° anniversario della sua scomparsa.

“Io ero al mare con i nonni. Lo disse Sandro Ciotti alla Domenica Sportiva – aveva raccontato Riccardo Scirea a Repubblica – e io lo seppi così, dalla televisione”. “Con mamma decidemmo di comprare questa casa quando Dino e Anna andarono a Roma, fu quasi come perdere due papà e un’altra mamma in una manciata di mesi”. Scendeva spesso a Roma da Zoff, che lo portava all’allenamento della Lazio.

Pochi giorni prima di questo compleanno, Riccardo ha ripercorso quegli attimi di stordimento, difficoltà, incapacità di comprendere che cosa stesse accadendo in un’intervista a Il Giornale.

“Papà era andato a visionare una squadra avversaria della Juventus. Ma l’aveva già fatto poco tempo prima e per questo motivo era riluttante a tornare in Polonia. Ma Boniperti, da perfezionista qual era, fu irremovibile. Quindi lui ubbidì e nel tragitto di ritorno l’auto su cui viaggiava fu tamponata. Nel bagagliaio c’erano delle taniche di benzina. Esplosero. Non ci fu scampo“. Riccardo, oggi match analyst del club bianconero era al mare, a casa dei nonni. Inizialmente si convinse che fosse solo un brutto sogno: “Dopo qualche giorno capii che non lo avrei più visto. Uno choc, superato in parte solo grazie a mia madre, una donna eccezionale che mi ha fatto anche da padre”.

La frase di Marco Tardelli per Mariella e Gaetano Scirea

Mariella ha ricordato il lato più giocoso e familiare di Scirea e il loro amore, come se lui le fosse ancora accanto. Marco Tardelli le disse la frase più bella, come ha ricordato:

“Noi potremmo vivere una vita con le nostre mogli, ma il vostro amore era unico”.

La Juventus, dopo la morte di Gaetano Scirea, ha assunto un ruolo presente ma diverso nella vita presente e nel passato di Mariella e di Riccardo: “Ha fatto moltissimo per me. Non mi ha mai abbandonata”, ha raccontato nell’intervista concessa tempo addietro al Corriere della Sera. “Gaetano è rimasto sempre con me e non ha lasciato vuoti. Non ho desiderato altri anche perché avrei fatto sempre paragoni e mi sarebbe mancato ancora di più”. In questi trent’anni e più gli ha sempre parlato, è sempre andata a trovarlo nel piccolo cimitero di Morsasco. “Il rito allevia il distacco”, ha spiegato.

L’inimitabilità di Gae

Perché Scirea riesce a trascendere il tempo, a sigillarsi nel ricordo e riservarsi la stima anche di chi non lo ha visto giocare, né con la Juve né con la Nazionale? Perché?

La risposta è tutta nella semplicità della risposta che risiede in questa frase che la sua persona ha affidato ai lettori:

“Univa la grandezza d’animo all’essere campione. Era un uomo speciale e allo stesso tempo normalissimo”.

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