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Sinner, attacchi all'ITIA sul caso doping: "Due pesi e due misure, trattamento di favore per le star"

All'estero non si fanno troppi scrupoli nel contestare la decisione dell'ITIA di non squalificare Sinner per doping. C'è chi parla di "leggi per le star e per gli altri".

Pubblicato:

Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Non tutti la pensano alla stessa maniera: Jannik Sinner l’ha scampata bella con la ramanzina dell’ITIA e la mancata squalifica per il caso Clostebol, ma all’estero c’è chi è pronto a mettere la mano sul fuoco che sotto la cenere covi qualcosa. E che non sia stato poi così “scontato” dimostrare che quell’infinitesimale traccia di anabolizzante riscontrata nelle urine dell’attuale numero uno del mondo fosse frutto di una banale contaminazione tra una piccola ferita e la mano del massaggiatore Giacomo Naldi. Insomma, c’è chi è pronto a mettere in dubbio tutto quanto è stato detto e ribadito dall’agenzia che combatte la lotta al doping nel mondo del tennis. Di fatto mettendo in discussione la buonafede di Sinner, costretto d’ora in poi a fare i conti con un’onta che sarà difficile da levare.

L’Equipe attacca ITIA: “Un segreto ben custodito…”

A rincarare la dose c’ha pensato per primo L’Equipe. Testata autorevole (fin qui nessun dubbio) che ha parlato però di “rivelazione tardiva e numerose domande”. Nel mirino del quotidiano sportivo francese c’è finita soprattutto l’ITIA, rea di aver comunicato troppo tardi i risultati dell’indagine, tenuta peraltro nascosta agli occhi del grande pubblico per diversi mesi.

Proprio questo “segreto ben custodito” agli occhi de L’Equipe suona un po’ sinistro: perché mai non si sarebbe dovuto far sapere che c’era un’indagine su una presunta positività di Sinner (peraltro riscontrata due volte a Indian Wells)? Anche il fatto che a decretare la parola fine sia stato un tribunale indipendente (Sports Revolution) qualche dubbio a detta dei transalpini lo lascia sollevare. Insomma, era meglio se tutto fosse avvenuto alla luce del sole. Anche se nessun nell’articolo fa riferimento alla reale colpevolezza o meno del giocatore (si contestano solo le modalità).

Marca e Daily Telegraph senza filtri: “Giustizia doppia”

The Athletic, spazio all’interno del NY Times, a sua volta ha sottolineato come “un tribunale, a seguito di un’indagine antidoping, non ha riscontrato colpa o negligenza da parte dell’italiano”. Torna insomma l’idea che il vero “colpevole” di questa vicenda non sia tanto Sinner, quanto il “metodo” utilizzato per nascondere l’indagine e poi annunciarla tanto tardivamente.

Marca invece è andata oltre: dopo anni passati a dover difendere Rafa Nadal (e più recentemente Carlos Alcaraz) da tante accuse di doping (mai provate, peraltro), gli spagnoli hanno risposto per le rime, anche un po’ ironicamente. “Fatture, uno spray e accuse di trattamento di favore, titola la testa online iberica. “Il tennis è esploso dopo la doppia positività di Sinner… Bingo! Molti tennisti dubitano soprattutto del trattamento del tribunale, definito non equo, nel valutare la sanzione”. Concetto ripreso anche dal Daily Telegraph: “L’assoluzione dell’italiano porta a chiedersi se c’è una legge per le superstar e un’altra per i giocatori normali”.

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