Roberto Mancini, provato ma comunque presente dopo aver partecipato anche alle esequie private a Londra di Gianluca Vialli, ha deciso di presentarsi ai giornalisti e alla conferenza promossa per le nuove divise firmate da adidas degli azzurri.
Ha onorato i suoi impegni di ct, come è sempre accaduto ma è una fase difficile, innegabilmente complicata per via delle reazioni suscitate dalle dichiarazioni dubbiose dell’ex Parma e Juve Dino Baggio sugli anni di calcio vissuti e condivisi, anche con Vialli.
- Roberto Mancini risponde su Dino Baggio
- Nations League, obiettivo ovvio per l'Italia
- Mancini: "Bisogna andare con i piedi di piombo"
- Dino Baggio rompe il silenzio sul timore di doping
- Le affermazioni di Florin Raducioiu
- Le paure di Massimo Brambati
Roberto Mancini risponde su Dino Baggio
Sono inevitabili i quesiti a seguito dello tsunami mediatico suscitato dalle esternazioni che i coscritti, coloro i quali hanno giocato con Gianluca Vialli e Baggio nelle stagioni più sottoposte ad attenzione per via dei sospetti che integratori e l’erba dei campi potessero potenzialmente aver ricoperto un ruolo nell’esplodere, poi, di malattie.
Situazioni sulle quali lo stesso Baggio è tornato per chiedere verità e, come lui, lo hanno fatto anche altri nomi noti del panorama calcistico degli anni in cui era in attività.
Nations League, obiettivo ovvio per l’Italia
In via ovvia, il ct azzurro ha risposto anche su ciò che verte sugli obiettivi imminenti della sua Nazionale ovvero la Nations League e l’urgenza di individuare, in questa terra di mezzo, gli uomini giusti:
“Chi preferirei incontrare tra Croazia, Olanda e Spagna a giugno prossimo in semifinale in Nations League? Sono tre nazionali molto forti, una vale l’altra, per noi l’importante sarà vincere”.
Sulla nuova maglia, che sigla l’alleanza commerciale con adidas, Mancio aggiunge:
“Indosseremo la nuova maglia per la prima volta a marzo, a Napoli contro l’Inghilterra – racconta il ct – Una partita che ormai è un classico. Non sarà semplice, ma vogliamo far bene sin da subito”. Mancini fa i complimenti ad Adidas per le nuove maglie: “L’Italia è amata all’estero anche per le sue Nazionali, e dire che quello con Adidas è un binomio perfetto”.
Mancini: “Bisogna andare con i piedi di piombo”
Ma le parole più incisive, Mancini, le riserva per le domande scaturite dalle frasi pronunciate da un perplesso e, forse, sopraffatto, Dino Baggio all’indomani della tragica scomparsa, a causa di un tumore al pancreas, del campione che aveva condiviso con lui lo spogliatoio.
“Le parole di Dino Baggio? Non ho idea, bisogna andarci con i piedi di piombo con queste dichiarazioni”.
Questa la risposta del commissario tecnico, amico fraterno del fuoriclasse scomparso due settimane fa a Londra, a chi gli chiedeva un semplice commento più che una risposta, alle dichiarazioni di Baggio che aveva espresso la sua paura dopo la morte di Vialli, riguardo il rischio di aver assunto sostanze sospette, durante la sua carriera da calciatore.
“Luca Vialli è una di quelle persone che resterà immortale”, ha desiderato aggiungere per imprimere le sue emozioni in una frase sintetica, eppure dovuta in questo evento ufficiale per la loro Nazionale.
Dino Baggio rompe il silenzio sul timore di doping
Partiamo da principio. Dino Baggio alla televisione privata veneta Tv7, in risposta a una domanda sulla morte di Gianluca Vialli: “C’è sempre stato il doping, comunque sia robe strane non sono mai state prese perché c’è sempre una percentuale che tu devi tenere. Però col tempo bisogna vedere se certi integratori fanno bene oppure no”. Dove Baggio dice “doping” si deve però leggere anche “antidoping” e lo si evince dal seguito: “Robe strane non sono mai state prese…”.
Le affermazioni di Florin Raducioiu
Dopo le dichiarazioni di Baggio alla tv veneta e alla Gazzetta dello Sport, sugli integratori e le terapie a cui venivano sottoposti i giocatori negli Anni ’90 anche l’ex attaccante di Brescia, Milan e Veronai Florin Raducioiu si è espresso.
“Facevo flebo con un liquido rosa – ha spiegato -. Lo ammetto, ho preso anche delle medicine. Ora chiamerò il medico che ci seguiva a Brescia per capire di più. Per sapere che medicine ho preso a Milano, Brescia, Verona”, ha spiegato. Ospite di “Sport Report” su Orange Sport, ha dichiarato: “A Milano prendevamo altre cose, pillole. L’ho detto prima e dopo la morte di Gianluca Vialli, c’era anche Gică Popescu. Dobbiamo chiederci perché si verificano queste morti premature”.
Le paure di Massimo Brambati
Anche Massimo Brambati, intervenuto a Processo 7 Gold, ha esternato le sue paure in merito alle sostanze assunte nei suoi anni migliori, quando era un giocatore di altissimo livello:
“Ho timore anch’io – ha raccontato l’ex difensore, oggi 56enne – , vent’anni fa lo dissi e mi arrivò una lettera della Figc che mi minacciava. Io, in una società di cui non faccio il nome, prendevo prima ella partita il Micoren come se fossero caramelle. All’epoca non era proibito, dopo qualche anno è diventato proibitissimo. Prendevo anche l’Anemina, una sostanza non dopante, ma ne avvertivo l’effetto. Non sentivo la fatica, avevo i battiti accelerati e una maggiore prontezza di riflessi”.