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Il Panathinaikos chiama, i Celtics non rispondono: niente sfida tra campioni NBA ed Eurolega per stabilire il campione del mondo

Il TD Garden può finalmente esplodere: 18 anni dopo, i Celtics sono nuovamente campioni NBA: Brown MVP, Tatum 31 punti, Dallas cede senza attenuanti

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Quando una lettera fa tutta la differenza di questo mondo. Perché se anziché FIBA la federazione internazionale di pallacanestro si fosse chiamata FIFA, come l’omologa del calcio, questa “sfida” si sarebbe fatta, eccome. Solo che nel basket il concetto di unire mondi “trasversali” viaggia a rilento, e pertanto l’idea di una partita che metta in palio il titolo di campione del mondo di club tra le squadre vincitrici dei play-off NBA e della final four di Eurolega rimane solo una suggestione, e nulla più. Nonostante ogni anno che passa se ne senta parlare, sperando che qualcuno prenda la cosa veramente sul serio. Desiderio restio dall’essere esaudito, anche perché in USA di questa fantomatica sfida non ne vogliono proprio sapere nulla.

Chi può autodefinirsi “campione del mondo”?

L’hanno ribadito a chiare lettere i prospetti più mainstream dei Boston Celtics, ovvero la squadra che lo scorso giugno è tornata sul trono NBA, 16 anni dopo l’ultimo anello vinto. Che a precisa domanda rivolta da alcuni giornalisti, riprendendo la “richiesta” arrivata da Atene qualche giorno prima (il Panathinaikos, vincitore dell’ultima Eurolega, aveva gentilmente invitato i Celtics a sfidarli per giocarsi il titolo di campioni del mondo, riprendendo anche il commento social del campione olimpico dei 100 metri Noah Lyles riferito proprio all’autocelebrazione dei Celtics dopo il titolo vinto contro i Mavs), hanno fatto capire di non essere molto interessati a scendere a patti.

“Sinceramente ritengo l’NBA il miglior campionato del mondo, e quando ci definiamo “campioni del mondo” non lo facciamo alla leggera o tanto per autocelebrarci”, ha commentato Xavier Tillman. “Il mondo intero si sforza per raggiungere il nostro livello, per cui non ha senso mettere in palio titoli che non hanno motivo di esistere”.

Coach Joe Mazzulla è sembrato sulla stessa linea: “Se vogliono mettere in calendario una partita del genere che lo facciano pure. A me interessa solo giocare, l’avversario poco conta”. Della serie: io la preseason la utilizzo per rodare la squadra, non per giocare partite con titoli in palio.

Tatum disinteressato: “Non succederà mai”

Anche Jayson Tatum, stella di Boston divenuto suo malgrado famoso anche per i tanti minuti in panchina che Steve Kerr gli ha riservato durante il torneo olimpico, non è sembrato per nulla entusiasta all’idea di programmare una sfida del genere.

“Non mi interessano le ipotesi e le teorie su chi si chiede cosa succederebbe se si facesse davvero un confronto del genere. Penso che non accadrà mai, anche se magari come format potrebbe funzionare e rivelarsi assai competitivo. È una cosa però che non si verificherà a breve termine, per cui non ha senso nemmeno parlarne”.

Il precedente Barça-Lakers del 2010 (e un po’ di “paura”…)

Forse però il disinteresse dei Celtics nasconde anche la “paura” di ripetere quanto visto nel 2010, quando il Barcellona (vincitore di Eurolega) batté i Los Angeles Lakers, freschi di back to back NBbA, per 92-88 in un match amichevole disputato in Catalogna. Ecco perché Ergin Ataman, coach del Pana, nel “lanciare la sfida” aveva detto che Boston sarebbe dovuto andare a vincere alla OAKA Arena per potersi realmente autodefinire la squadra campione del mondo.

Quello che resta agli atti è una spiccata difficoltà al dialogo da parte di NBA ed ECA, con la FIBA che non ha mai fatto nulla per avvicinare realmente i due mondi. Perché visto l’equilibrio che c’è nelle competizioni internazionali (gli USA hanno vinto soltanto due delle ultime 7 edizioni dei mondiali, cioè tante quante ne hanno vinte anche Spagna e Jugoslavia), forse istituire un confronto con tanto di trofeo in palio tra europei e americani non sarebbe poi un’idea così tanto campata per aria.

Una volta c’era il McDonald’s Championship, che in tutte le 9 edizioni disputate in giro per il mondo tra il 1987 e il 1999 vide imporsi squadre NBA (due volte in finale ci andò anche la Virtus Bologna, battuta nel 1993 dai Phoenix Suns e nel 1995 dagli Houston Rockets). Ma quella per gli americani era solo promozione: adesso sarebbe competizione vera. E non è detta che a spuntarla sarebbero sempre e comunque loro…

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