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Inchiesta Juve, cambia Corte d’Appello ma c’è un rischio che spaventa i tifosi

In campo e in tribunale: finale di stagione denso di sfide decisive per la Juventus. Il 22 il processo plusvalenze con nuova Corte d'Appello, ma a spaventare è il caso stipendi.

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Rino Dazzo

Rino Dazzo

Giornalista

Se mai ci fosse modo di traslare il glossario del calcio in una nicchia di esperti, lui ne farebbe parte. Non si perde una svista arbitrale né gli umori social del mondo delle curve

Sarà un finale di stagione denso di impegni per la Juventus, impegnata in campo e nei tribunali. La squadra di Allegri lotta per il secondo posto in campionato e insegue la finale di Europa League. Gli avvocati bianconeri, invece, sono alle prese con varie battaglie legali, con la Vecchia Signora chiamata in rapida successione a una doppia partita di cruciale importanza: il processo plusvalenze (22 maggio) e quello per la manovra stipendi (27 maggio).

Processo plusvalenze: gli scenari per la Juve

Il procedimento più vicino nel tempo è quello fissato per lunedì 22 maggio. Com’è noto, lo scorso 20 aprile il Collegio di Garanzia presso il Coni ha rinviato il processo per il caso plusvalenze alla Corte Sportiva d’Appello, in diversa composizione, perché rimoduli le sanzioni nei confronti della Juventus. Non è in dubbio la colpevolezza del club bianconero (sono stati respinti tutti i ricorsi e le eccezioni formulate dalla difesa), mancavano però adeguate motivazioni per il -15. La penalizzazione in classifica, insomma, è scontata, ma potrebbe essere ridotta rispetto a quanto deciso a gennaio: magari tornando a quel -9 che era stata la prima richiesta di Chiné.

Inchiesta Juve: la nuova corte d’Appello

Il Corriere dello Sport, intanto, fa i nomi dei giuristi che prenderanno in esame il caso. A presiedere la Corte d’Appello sarà Ida Raiola (nessuna parentela col compianto Mino, ex agente di calciatori), numero uno della sezione interna del Tar Veneto e – pare – assai stimata in Federcalcio. Relatore sarà Marco Stigliano Messuti, mentre della giuria faranno parte un magistrato del Tar, Luca De Gennaro, un membro del Consiglio di Stato, Fabrizio D’Alessandri, e un vice comandante dei Carabinieri (ed ex consigliere di Stato), Elio Toscano.

Manovra stipendi: il 27 le richieste di Chiné

Il 27 maggio si giocherà la seconda partita tribunalizia, quella relativa alle manovre stipendi. Sempre secondo il Corsport, il procuratore federale Giuseppe Chiné non presenterà gli eventuali deferimenti per questo filone domani, 13 maggio, ma – attraverso una richiesta di spostamento per ragioni tecniche – attenderà l’esito del processo plusvalenze. Due gli scenari. Una sentenza pesante nei confronti della Juve (conferma del -15 oppure tra -9 e -12) favorirebbe una richiesta di patteggiamento del club. Una sentenza più clemente (da -8 a scendere) potrebbe portare il procuratore federale a “calcare la mano” nel secondo filone.

Processo stipendi: perché la Juve rischia di più

La Juventus, anche per il caso stipendi, si è sempre professata innocente e sin qui ha sempre escluso la possibilità di patteggiare. Ma, secondo gli esperti del quotidiano sportivo romano, l’avvicinarsi alla data del processo potrebbe portare i legali della Vecchia Signora a un cambio di strategia. Dal punto di vista della gravità dei reati e delle pene previste, infatti, la posizione della Juve su questo fronte sarebbe decisamente più compromessa. In ballo, se dovesse essere accertato che le eventuali irregolarità contabili siano state funzionali alla stessa iscrizione a due campionati di fila, ci sarebbe addirittura la retrocessione in una o più categorie inferiori.

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