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Processo Juve, depositata memoria difensiva: no al patteggiamento, linea del club e prossime tappe

Le mosse della Juventus che ha presentato la propria memoria di difesa nel processo sulla manovra stipendi: no al patteggiameto, almeno per ora. Quali sono gli scenari per gli avvocati bianconeri

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Luca Fusco

Luca Fusco

Giornalista

Giornalista multimediale. Quando si accendono i motori, lui sgasa, impenna, derapa. E spesso e volentieri finisce sul podio

Una partita a scacchi che sembra non avere fine. Questo lo scenario giudiziario sulla Juventus che ieri ha presentato la sua memoria di difesa sul secondo filone di inchiesta in cui è accusata su tre fronti: manovra stipendi, rapporti con gli agenti e partenership sospette con altri club. A differenza di quanto qualcuno potesse pensare il pool di legali bianconeri non ha chiesto nessun tipo di patteggiamento. Almeno per il momento.

La partita, di scacchi appunto, si gioca anche sul fronte delle plusvalenze e la Vecchia Signora prima di qualsiasi “accordo” con la Procura vuole capire le motivazioni del Collegio di Garanzia del Coni sul recente annullamento della sentenza del -15. Insomma un ginepraio di difficile soluzione.

Juve, la memoria di difesa non contempla il patteggiamento

Juventus, no al patteggiamento. E’ questo il dato più rilevante della memoria difensiva che i legali del club bianconero hanno presentato, come da cronoprogramma, alla Procura Federale in relazione al secondo filone di inchiesta, da cui scaturirà un secondo processo sportivo, per tre diverse questioni: le manovre stipendi con i propri tesserati relative alle stagioni 2019-20 e 2020-21, i rapporti con gli agenti dei calciatori e le partnership sospette con le cosiddette “consorelle”.

L’ipotesi era percorribile per evitare, come successo nel primo processo, quello sulle plusvalenze, il rischio di una forte penalizzazione. Patteggiando la Juve avrebbe avuto diritto ad uno scontro tra 1/3 ed il 50% della pena che andrà a chiedere il procuratore federale Chinè in sede di processo. Ma la Juve resta irremovibile e vuole provare la strada dell’assoluzione e dell’archiviazione dimostrando la buona fede del suo operato.

Processo Juventus: i punti forti della tesi difensiva

L’obiettivo della Juve è quello di evitare il deferimento. Cosa difficile. Eppure secondo La Gazzetta dello Sport la linea difensiva del club bianconero ha previsto l’invio di una corposa documentazione per arrivare ad annullare qualsiasi richiesta di penalizzazione e sanzione. L’obiettivo della Juventus e del suo team di legali è spostare il fulcro dell’accusa dal famigerato articolo 4, che riguarda il principio di lealtà/slealtà sportiva, per cui è automatica la penalizzazione afflittiva in classifica all’articolo 31 che riguarda le violazioni in materia gestionale e che prevede sanzioni più soft (ammende e uno o più punti di penalizzazioni).

Patteggiamento Juventus: oggi no, domani chissà. Le ipotesi

La strada del patteggiamento da parte della Juve non è stata però abbandonata. Il pool di avvocati bianconeri sta lavorando su due fronti. Vuole capire, quando saranno pubblicate, le motivazioni del Collegio di Garanzia del CONI che lo scorso 20 aprile ha sì restituito i 15 punti alla Juventus, ma al tempo stesso ha rinviato il tutto alla Corte d’Appello Federale per una nuova riformulazione.

Nella stessa sentenza però il Collegio del Coni ha confermato l’inibizione dei dirigenti, primo fra tutti l’ex presidente Andrea Agnelli. La Juve vuole capire quanto è “complicata” la propria posizione e quanto rischia in termini di una nuova penalità sul “caso plusvalenze” e di conseguenza sul caso “manovre stipendi”. Quindi una richiesta di patteggiamento in itinere non è da escludere del tutto.

Manovra Stipendi Juve: chi è coinvolto nel processo, c’è Agnelli

Oltre alla Juventus come club e soggetto giuridico, sono deferiti anche l’ex presidente Andrea Agnelli, l’ex vice-presidente Pavel Nedved, l’ex direttore generale Fabio Paratici, l’attuale direttore sportivo Federico Cherubini, il responsabile delle questioni legali Cesare Gabasio, il direttore sportivo della squadra NextGen Giovanni Manna, il responsabilità della gestione organizzativa del settore giovanile Paolo Morganti, l’ex responsabile del settore giovanile e ora del progetto calcio femminile Stefano Braghin.

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