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Inchiesta Juve, il club trema sulla manovra stipendi: patteggiamento dipende dal ricorso sul -15

Dopo la notifica ricevuta dalla Juventus sul secondo filone d'inchiesta del procuratore federale Chinè, sono tanti gli scenari all'orizzonte, tra questi il patteggiamento della pena ma tutto dipende dal ricorso del 19 aprile

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Luca Fusco

Luca Fusco

Giornalista

Giornalista multimediale. Quando si accendono i motori, lui sgasa, impenna, derapa. E spesso e volentieri finisce sul podio

Una partita di scacchi, un’altra mentre la prima è ancora in corso. Così tra la Juventus e il procuratore federale Giuseppe Chinè. Ieri il club bianconero ha ricevuto le attese notifiche dalla procura federale sulla chiusura delle indagini per le cosiddette ‘manovra stipendi, partnership e agenti’ che mettono sul piatto della bilancia anche la tanto temuta violazione del principio di lealtà sportiva (articolo 4.1).

La Juve ha risposto per le rime con tanto di nota ufficiale in cui si smarca dalle accuse ma intanto pensa alle varie ipotesi e strategie di difesa. Tra queste anche l’ipotesi di patteggiamento. Ma tutto è concatenare all’esito del ricorso al Coni del prossimo 19 aprile sul -15 delle plusvalenze. Insomma gli scenari sono diversi e sullo sfondo, ma mica tanto, una posizione in classifica sempre più sub judice.

Processo Juve, manovra stipendi: accuse pesanti della procura

La Juve è nuovamente indagata dalla Procura Federale per tre diverse questioni: le manovre stipendi con i propri tesserati relative alle stagioni 2019-20 e 2020-21, i rapporti con gli agenti dei calciatori e le partnership sospette con le cosiddette “consorelle”.

Per quanto riguarda il primo capo d’imputazione in ballo ci sono qualcosa come 90 milioni di euro che la Juve avrebbe “risparmiato” nelle due stagioni in esame a cavallo del covid tramite accordi privati, le famose “carte”, side letter e quant’altro, mai depositate come da regolamento in Lega. Oltre alla Juve come soggetto giuridico ci sarà un nuovo deferimento anche per il suo oramai vecchio board, da Andrea Agnelli a Paratici, per la stagione 2019/20e l’allora vicepresidente Nedved per quella successiva in sui, secondo il Corriere dello Sport, non vi sarebbe stata alcuna «effettiva riduzione». E tutti i calciatori, tranne Ronaldo e Dybala, avrebbero poi recuperato i soldi nelle stagioni successive.

Inchiesta Juve: rapporti con gli agenti sotto la lente d’ingrandimento

Il secondo filone di deferimento riguarda i rapporti con gli agenti che la Juventus avrebbe remunerato senza che vi fosse una reale attività di intermediazione. Anche qui deferiti saranno gli ex dirigenti Agnelli, Paratici e Nedved, ma anche Cherubini, e poi il suo braccio destro, Morganti, al ds dell’U23 Manna, e all’ex direttore del vivaio, Braghin. Il Corriere dello Sport fa anche i nomi degli agenti che sarebbero coinvolti a vario titolo: Lippi (il figlio, ndr), Giuffrida, Parretti, Rebesco, Ariatti, Pagliari, Galli, Fioravanti, Puccinelli, Tinti e Morabito.

Fonte: Getty/Ansa

La Juve e le partnership sospette: i club coinvolti e capi d’accusa

Nel mirino della Procura i rapporti “privilegiati” e per questo sospetti che la Juventus avrebbe intrattenuto nel periodo sotto esame con Sampdoria, Atalanta, Sassuolo, Udinese, Bologna e Cagliari), l’accusa parla di “accordi confidenziali in operazioni di mercato senza provvedere al deposito della modulistica federale e/o provvedendo a depositare documenti recanti pattuizioni diverse da quelle concluse”. Le Procure ordinarie delle varie città delle squadre coinvolte nel frattempo hanno fatto richiesta del materiale emerso dalle indagini dell’inchiesta Prisma alla Procura di Torino.

Juventus: ipotesi patteggiamento dipende dal ricorso sul -15

La Juventus ci sta seriamente pensando: scendere a patti. la Juventus potrebbe chiedere il patteggiamento che, a seconda degli accordi, può ridurre la pena sino alla metà ammesso che ciò avvenga prima del deferimento. Se si opta per il patteggiamento dopo il deferimento, invece la sanzione può invece essere diminuita fino ad un massimo di un terzo.

Tutto dipende dalla prossima settimana, mercoledì 19 aprile, il D-day bianconero quando si saprà l’esito del ricorso della Juve in merito al -15 in classifica per le plusvalenze. Se quella penalizzazione venisse cancellata dal Collegio di Garanzia del Coni i bianconeri potrebbero seriamente chiedere il patteggiamento sulla manovra stipendi e il resto in modo da mettere una parola fine sul processo sportivo, augurandosi di non avere grosse ripercussioni in classifica.

Processo Juve: i tempi dalla giustizia sportiva e gli effetti sulla classifica

Gli effetti di questo secondo processo sportivo contro la Juve su qualche classifica avranno effetto? La domanda è legittima se si pensa che siamo già a metà aprile e che il 4 giugno finisce il campionato in corso. Ci sono tempi tecnici che non si possono trascurare seppur si sa che la giustizia sportiva sa accelerare quando serve.

La Juve ora ha cinque giorni per accedere agli atti poi, entro 15 giorni dalla notifica dell’atto, può chiedere di essere ascoltata o presentare una memoria difensiva. A quel punto la procura ha altri 10-15 giorni per esaudire le richieste oppure può chiedere una proroga se il materiale dovesse essere tanto. Se il processo di primo grado si chiudesse entro il 30 giugno le eventuali sanzioni ricadrebbero sulla classifica di questa stagione. Altrimenti ogni eventuale sanzione andrebbe applicata sulla prossima stagione 2023/24.

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