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Inchiesta Juventus: il 19 la data del processo davanti al Collegio di Garanzia del Coni

La Juventus potrà conoscere il suo destino il 19 aprile, secondo l'Ansa infatti in quella data è stata fissata la seduta del Collegio di Garanzia del Coni per discutere del ricorso bianconero

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

Finalmente c’è una data da cerchiare in rosso anche sul fronte sportivo. Mentre si attende il 27 marzo per la prima data del processo davanti alla giustizia ordinaria dopo l’inchiesta Prisma, arriva anche la data in cui la Juventus avrà risposte sotto il piano sportivo. Stando a quanto rivela l’Ansa, infatti, è stato fissato per il 19 aprile alle 14.30 la seduta del Collegio di Garanzia del Coni che discuterà il ricorso del club bianconero contro la sentenza della corte federale della FIGC.

Collegio di Garanzia del Coni: il 19 aprile la seduta per discutere il ricorso

La data tanto attesa è finalmente arrivata: la Juventus conoscerà il suo futuro il prossimo 19 aprile quando ci sarà la seduta del Collegio di Garanzia del Coni che discuterà del ricorso presentato dal club bianconero. Nella stessa occasione saranno discussi anche i ricorsi presentati dai dirigenti che sono stati squalificati. A presiedere il Collegio ci sarà il presidente Gabriella Palmieri. La Juventus è convinta di riuscire a ribaltare la sentenza di penalizzazione di 15 punti. Il Collegio può accogliere le richieste bianconeri in toto e dunque cancellare la penalizzazione; può respingere il ricorso e confermare la sentenza e può anche chiedere il rinvio alla Corte d’Appello della Figc per correggere eventuali vizi di forma.

Inchiesta Juventus, l’allarme di Gravina

Quanto dichiarato martedì scorso dal presidente della Figc, Gabriele Gravina, ha ribadito l’ovvio che poi così ovvio non è:

“Il campionato emetterà un suo verdetto. Noi rimaniamo in attesa del giudizio del Collegio di Garanzia per una sola società. Ci sono altre verifiche da parte della procura, non so se saranno definite in questo campionato o in momenti successivi ma la giustizia deve seguire il suo corso”.

Una fotografia alquanto realistica dello stato delle cose, quella scattata in un periodo compito ma dense di incertezze dal presidente della Federcalcio che intendeva sottolineare come l’auspicio sia quello di risolvere entro il 4 giugno le questioni pendenti a livello di giustizia sportiva, ma non potrebbe anche non essere così.

Il rischio concreto e le ripercussioni sul campionato

Sia l’inchiesta plusvalenze, sia l’inchiesta legata agli ingaggi (quantomeno fino al secondo grado di giudizio) dovrebbero definirsi con una decisione che metterebbe il punto a questo campionato condizionato dalle vicende giudiziarie oltre che dal Mondiale. Ma se poi dovessero subentrare variabili quali ricorsi allora si sforerebbe con l’inevitabile conseguenza toccare anche la stagione successiva. Un rischio che non si può escludere a priori.

Fonte: ANSA

Andrea Agnelli a sinistra e il giudice Ciro Santoriello a destra

Inchiesta plusvalenze

Per quel che riguarda l’inchiesta plusvalenze si attende, alla luce dei recenti sviluppi, l’udienza del Collegio di Garanzia cui la Juventus ricorre convinta di poter far cancellare o almeno ridurre la penalizzazione di 15 punti, inflitta a gennaio dalla Corte Federale d’appello a campionato in corso. Secondo quel che riferisce Tuttosport, alla data prevista o più probabile sarebbe subentrata una nuova collocazione: per il Collegio di Garanzia si dovrebbe attendere oltre. L’udienza sarebbe in data prossima a Pasqua, per consentire ai membri del collegio di studiare a fondo la mole dei documenti, gli atti del processo.

A loro spetta, poi, valutare se la sentenza va annullata per vizi di forma o procedurali e l’eventuale decisione, in questo caso, sarebbe inappellabile. In questo quadro verrebbero cancellati i punti di penalizzazione e l’inibizione inflitta ai dirigenti, ripristinando una situazione antecedente di fatto alla sentenza di gennaio.

Oppure, qualora il Collegio confermasse la sentenza della Corte d’Appello Federale, rigettando il ricorso della Juventus sarebbero confermati i contenuti della pronuncia in termini di penalizzazione e inibizioni. Con una possibile terza via che poi andrebbe ad allungare i tempi della giustizia, ovvero il rinvio alla Corte d’Appello Federale perché corregga eventuali vizi che imporrebbero alla Corte di riscrivere le motivazioni, confermando la condanna o, eventualmente, rimodulando la penalizzazione e le inibizioni.

Le indagini sul versante ingaggi: gli scenari

Passiamo al versante ingaggi: a fine mese il procuratore Chiné concluderà l’iter delle indagini in vista del deferimento per ciò che, giornalisticamente, si è inglobata nella manovra stipendi. L’ipotesi uno è quella del patteggiamento con alcune specifiche relative alla decisione che ciò avvenga prima del deferimento, allora la sanzione può essere diminuita fino ad un massimo della metà di quella prevista nel caso in cui si procedesse in via ordinaria. Se si opta per il patteggiamento dopo il deferimento, invece la sanzione può invece essere diminuita fino ad un massimo di un terzo.

Se si optasse per il processo ordinario l’iter sarebbe ben diverso: si aprirebbe lo scenario più lungo secondo l’iter previsto. Udienza, memorie, processo e poi impugnazione e così via.

L’udienza del 27 marzo: l’inchiesta Prisma

Uscendo da questo campo, c’è una data che rimane ferma e cerchiata in rosso sul calendario: quella del 27 marzo che indica l’udienza preliminare presso il tribunale di Torino dell’inchiesta Prisma (sul versante della giustizia ordinaria) che ha portato sul banco degli imputati dodici dirigenti bianconeri tra cui il presidente Andrea Agnelli, il suo vice Pavel Nedved, l’ad Maurizio Arrivabene e l’ex dg Fabio Paratici, oltre alla Juventus in quanto persona giuridica. Per non parlare delle ripercussioni a livello Uefa, trasmessi gli atti e i documenti richiesti.

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