Sta riscuotendo grande successo “Maradona: Sogno Benedetto”, l’attesa serie tv biopic su Diego Armando Maradona in onda su Amazon Prime Video. E non poteva essere altrimenti, visto l’affetto che lega tutti gli amanti del calcio all’ex Pibe de Oro, capace di giocate imprevedibili in campo che sono rimaste fissate per sempre nell’immaginario collettivo. A Napoli, però, dove ogni dettaglio relativo a Diego è scolpito nella memoria, non hanno potuto fare a meno di notare una serie di imprecisioni, sviste ed errori piuttosto evidenti.
Maradona: Sogno Benedetto, la serie evento su Diego
“Maradona: Sogno Benedetto”, serie in dieci episodi prodotta dalla BTF Media, in coproduzione con Dhana Media e Latin We, ripercorre le tappe della vita di Diego dall’infanzia a Villa Fiorito, in Argentina, fino alla consacrazione in Europa e al trionfo al Mundial messicano del 1986. Soprattutto il periodo “napoletano” di Diego raccontato nella serie, dal 1984 al 1986, è però zeppo di inesattezze. E a elencarne con precisione meticolosa ci ha pensato proprio un ex compagno di Maradona, Alessandro Renica, acquistato dal Napoli nel 1985 e in azzurro per sei stagioni, fino al 1991.
Renica: Serie su Maradona sta diventando una schifezza
Queste le parole dell’ex libero, che ha giocato anche con Sampdoria e Verona, sul suo profilo Facebook: “La serie su Amazon su Diego è piena zeppa di errori, hanno fatto diventare Bruscolotti un “bomber “e il goal del secolo è stato fatto al delle Alpi secondo loro. Inoltre fanno credere che Diego saltasse in quegli anni (i primi a Napoli) gli allenamenti, cosa non vera, per fare vita notturna…se da tanto mi dà tanto sta diventando una schifezza questa serie…e a questo punto è forse tutto da mettere in dubbio”.
Troppi errori, tifosi bocciano la serie su Maradona
Tantissimi i commenti dei tifosi del Napoli. “Hanno anche fatto diventare il presidente Ferlaino una marionetta”. Oppure: “Ho resistito dieci minuti, poi sono passato ad altro. Una marea di imprecisioni e la solita insistenza sulla vita privata dissoluta a discapito delle prodezze in campo”. E ancora: “Deluso anche dal giornalista Geo Nocchetti: si è prestato a un insulto volgare e meschino della nostra città”. Qualcuno nota anche l’approssimazione nel rendere graficamente le immagini del ‘vecchio’ San Paolo: “Hanno semplicemente tagliato la copertura, ma è lo stadio di oggi col terzo anello e le decorazioni per le Universiadi. Questo sarebbe il tempio dove Diego ha messo piede il 5 luglio 1984?”. E per finire: “Ma hanno interpellato i compagni di vita e si sono documentati prima di girare? Perché a me sembra proprio di no”.