Solo pochi mesi fa, il Bologna giocò un brutto scherzo all’Inter a San Siro. Il rigore sbagliato da Lautaro Martinez e le reti di Barrow e Juwara condannarono l’Inter ad una brutta sconfitta. Ora, sull’onda emotiva delle recenti prestazioni più che buone, Antonio Conte spera in una prestazione convincente da parte dei suoi uomini.
Risponde a tante domande Antonio Conte, una delle quali riguarda le difficoltà casalinghe della sua squadra: “L’anno scorso abbiamo perso una partita incredibile col Bologna, vincevamo 1-0 una partita dominata e con l’uomo in più. Dopo il rigore sbagliato abbiamo preso gol in contropiede. Una gara che mi ha fatto arrabbiare molto e in cui era difficile dare una spiegazione. Al tempo stesso il Bologna sappiamo quanto sia determinato, forte, che gioca a buoni ritmi e ha avuto una settimana di tempo per preparare una sfida in cui si alza il livello di guardia dovendo affrontare una grande squadra”.
Uno dei mantra del tecnico salentino, si sa, è quello del lavoro fisico quotidiano: “Da un punto di vista fisico bisogna essere bravi a calibrare i momenti perché giocando ogni tre giorni è difficile trovare spazio per lavorare a livello fisico e su quello di cui il calciatore ha bisogno. Ci auguriamo di giocare ogni tre giorni perché significa che stiamo andando avanti nelle competizioni. Però bisogna calibrare tutto bene”.
Poi alcune parole, un po controvoglia, sui giocatori disponibili e non, a cominciare dal “Ninja” Radja Nainggolan: “No, non ha recuperato. Per quel che riguarda le situazioni dei singoli giocatori dovete chiedere alla società”.
Per poi passare a parlare di Stefano Sensi e Nicolò Barella: “Anche Barella deve migliorare, come tutta la squadra. Sa benissimo che ha dei margini di miglioramento, sa dove deve lavorare e migliorare, anche perché è molto giovane e quindi rimanendo coi piedi per terra può farlo. Sensi invece non è ancora pronto”.
Uno dei problemi principali di questa Inter è il fatto di subire sempre il primo gol. È ovvio che impostare la gara quasi sempre da posizioni di svantaggio è un problema non da poco: “Se c’è un modo non lo so. Se le statistiche dicono questo, dobbiamo essere più bravi. Oggi però parlare di casa e trasferta diventa difficile perché non ci sono i tifosi. Consideriamo partite in casa quelle nel nostro stadio, ma a livello di ambiente non c’è qualcosa che ti può dare o togliere”.