Romelu Lukaku è tornato alla sua Inter. Dopo un anno, quasi di “esilio” a Londra, in quel Chelsea in cui non si è mai ambientato, il belga è pronto a riprendersi la Serie A e la sua Inter. Eppure gli obiettivi personali, come ha raccontato in un’intervista esclusiva a Dazn sono in secondo piano. Tutto per il bene dell’Inter.
- Inter, Lukaku e quell'amore per la maglia nerazzurra
- Il pentimento di Lukaku
- Lukaku e il rapporto speciale con Lautaro Martinez
Inter, Lukaku e quell’amore per la maglia nerazzurra
Romelu Lukaku si è pentito della sua scelta. “Era destino giocare per l’Inter, come per l’Anderlecht, l’Everton e il Chelsea – ha detto – Era quello che mi immaginavo, mi hanno dato l’opportunità di diventare il giocatore che sono. L’amore della gente e dei tifosi, per me e per la mia famiglia, li ringrazio e chiedo ancora scusa per come sono andato via, ma devo parlare in campo”. Gli obiettivi personali vengono infatti dopo, prima c’è la voglia di regalare altre vittorie all’Inter: “Non sono qui per me stesso, ma per aiutare l’Inter a vincere lo scudetto”.
Il pentimento di Lukaku
Come fatto al suo nuovo arrivo, il 29enne nazionale belga, è tornata su quel tradimento ai colori nerazzurri e sulla scelta di andare al Chelsea: “Prima quando sono andato via, ho voluto questa rivincita al Chelsea. Era la mia squadra del cuore dall’età di 11 anni, ho avuto l’opportunità di andare e di essere protagonista, ma non è stato così. A marzo, quando ho saputo che c’era l’opportunità di tornare qui, non ho detto nulla ma siamo riusciti a farmi ritornare: con la società abbiamo fatto un ottimo lavoro”.
Lukaku e il rapporto speciale con Lautaro Martinez
Nel corso dell’intervista all’emittente televisiva non manca un cenno al rapporto ricostituito con l’argentino Lautaro Martinez. I tifosi sognano di nuovo le magie in campo della Lula. “Ci siamo parlati su Instagram, avevo cambiato numero – ha detto il belga – E poi su WhatsApp. È stato uno dei primi con cui ho parlato, poi Dimarco, Bastoni e gli altri. Io e Lautaro ci siamo detti che dobbiamo fare meglio di prima. Se vogliamo raggiungere gli obiettivi di squadra, dobbiamo tutti fare meglio perché le altre squadre sono diventate più forti. Ho visto subito che le sue qualità possono aiutare me e le mie qualità possono aiutare lui. Non siamo attaccanti egoisti, io so quando è il giorno di Lautaro e non il mio: così lo aiuto e la portiamo a casa”.