Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Preben Elkjaer Larsen ha parlato del suo connazionale Eriksen e della stagione del Verona, con cui da leader ha vinto lo scudetto nel 1985:
Elkjaer, Eriksen vuole raggiungere Michael Laudrup a 37 gol in nazionale. Lei a 38 è nel mirino…
“Oggi ci sono molte più partite facili in cui segnare… Questo senza togliere nulla a Christian, che è l’orgoglio di tutti noi e rimarrà comunque nella storia della Danimarca”.
È contento di come sia venuto fuori all’Inter?
“Più che altro stupito delle difficoltà iniziali: incredibile che non sia stato capito per così tanto tempo. Un anno è troppo per un giocatore di questo livello, ma sono fiero di lui: ha saputo soffrire, non si è arreso e ora è tornato al suo top. Pensavamo a una sua cessione, ma l’Inter fa bene a costruire attorno lui”.
Ma per lei a cosa sono dovute tutte queste difficoltà?
“Dico la verità: non è che mi piaccia tanto come gioca l’Inter. Troppo difensiva, fisica: le grandi devono andare all’attacco. A Eriksen in questo contesto cosa puoi chiedere? Non è uno che va in battaglia, deve dare respiro come fa adesso”.
Lo ha sentito nei momenti più bui?
“Ci conosciamo, magari l’ho consigliato, ma contava riuscire a dimostrare anche in Italia, un paese a me così caro, la sua qualità. Ora spero che segni di più e che in futuro sia la sua Inter che le altre big italiane tornino protagoniste in Champions: l’Europa non può fare a meno di voi“.
E cosa dice dell’altro danese che sta brillando a Milano?
“Simon Kjaer è un “difensore difensore”, come ce ne sono pochi ormai. Uno di quelli che avrebbe ben figurato anche nella mia epoca: sa marcare, intervenire quando serve. Oggi vogliono che i centrali giochino soltanto la palla, ma con lui il Milan ha trovato solidità”.
È soddisfatto della stagione del suo Verona?
“Offensivo, coraggioso, con talenti come Zaccagni: mi piace! Vorrei però che il club non vendesse i migliori: Verona non è una piccola squadra, ma un top team. Peccato che adesso non ci siano i tifosi allo stadio: così il calcio è diverso per tutti, sopratutto per i giocatori”.
È capitato anche a lei…
“Sì, Juve-Verona, ottavi di Coppa Campioni 1985-86 a porte chiuse: atmosfera stranissima. Poi successe di tutto e, quando entrarono i carabinieri nel nostro spogliatoio, Bagnoli disse: “Se cercate i ladri, sono dall’altra parte…””.