Il caso “Doppia Curva” che ha sconvolto il tifo organizzato a Milano e ha portato a galla una rete di rapporti tra i tifosi e la criminalità, in particolare calabrese, che ha già portato dei grandi cambiamenti. Ma i tifosi dell’Inter, o almeno una piccola parte di loro, sembra non essere pronta a questa svolta all’interno del sistema stadio.
- Beretta diventa collaboratore di giustizia
- Lo striscione contro Beretta
- Caso curve e la polemica sui social
Beretta diventa collaboratore di giustizia
E’ notizia di qualche giorno fa la decisone di Andrea Beretta di cominciare il suo percorso di collaborazione della giustizia. L’ex capo ultras della Curva Nord dell’Inter, accusato dell’omicidio di Bellocco, ha infatti accettato di parlare con i magistrati della Direzione distrettuale antimafia e di rivelare i segreti alla base del sistema che controlla il tifo organizzato nerazzurro. L’obiettivo degli inquirenti è quello di portare luce sugli omicidi Bellocco e Boiocchi ma anche di riuscire a capire a fondo i meccanismi che guidano le curve e che potrebbero aver subito un’infiltrazione da parte della ‘Ndrangheta.
Lo striscione contro Beretta
La decisione di Beretta di collaborare con la giustizia sembra però non essere stata particolarmente gradita ad alcuni vecchi compagni di tifoso e di Curva e lo striscione apparso all’esterno dello Stadio San Siro, sebbene non faccia esplicitamente il nome di Beretta, sembra essere un segnale molto diretto a quanto accaduto negli ultimi giorni: “La tua infamità non appartiene alla nostra mentalità” si legge nello striscione che è stato esposto nella tarda serata di venerdì. Un messaggio che sembra indirizzato non solo a Beretta ma anche ad altre “orecchie” per prendere le distanze dalla decisione di “Berro”.
Caso curve e la polemica sui social
Di quanto accaduto nel corso degli ultimi mesi sulle curve di Inter e Milan si è discusso molto sui social, soprattutto in relazione alle interazioni avvenuti tra i tifosi e i dirigenti delle due società e al loro ruolo in questa vicenda molto spinosa. L’unico grande precedente riguarda la Juventus, che da un punto di vista della Giustizia ordinaria fu ritenuta “parte lesa”, che alla fine fu sanzionata con 100mila euro di multa ad Andrea Agnelli, 60mila alla società e un turno di campionato con la Curva chiusa da parte della giustizia sportiva. Lo striscione esposto alimenta la polemica sui social e lascia intendere che la mentalità dietro i nuovi responsabili della curva non sia cambiata rispetto al passato. E c’è chi chiede sanzioni anche sul fronte sportivo.