A poco più di 48 ore dall’inizio di Inter-Milan, in casa rossonera tiene banco la questione legata alle condizioni fisiche di Zlatan Ibrahimovic. Lo svedese continua a soffrire di una fastidiosa infiammazione al tendine d’Achille della gamba destra, la stessa che lo aveva costretto ad alzare bandiera bianca già nel corso del primo tempo della sfida contro la Juventus dello scorso 23 gennaio. Gli esami non avevano evidenziato lesioni e si è optato per una terapia conservativa. Ma i risultati non sono stati quelli sperati.
Milan, le condizioni di Ibra preoccupano
Il numero 11 rossonero, infatti, ha continuato a svolgere allenamenti individuali per tutto il corso della settimana precedente al derby. Ibra ci proverà fino all’ultimo, anche perché l’infiammazione, per sua natura, può attenuarsi o addirittura scomparire repentinamente. Ma a questo punto diventa veramente complicato ipotizzare un suo impiego dal 1’ per il match di San Siro di sabato pomeriggio.
Club e giocatore non hanno intenzione di correre rischi inutili: scelta più che comprensibile, considerata la carta di identità e la recente storia clinica. Nella migliore delle ipotesi, nel caso Ibrahimovic dovesse riuscire a lavorare con la squadra tra giovedì e venerdì, per lui ci sarà spazio in panchina, con Olivier Giroud destinato a guidare l’attacco rossonero nella gara più importante della stagione. Altrimenti, si proverà a recuperarlo per la gara di Coppa Italia contro la Lazio.
Milan senza Ibrahimovic: e se fosse meglio così?
Nessuno può mettere in dubbio l’importanza che ha avuto Zlatan Ibrahimovic nell’improvviso (e imprevisto) rilancio delle quotazioni rossonere negli ultimi due anni, da quando cioè ha fatto il suo gran ritorno dal buen retiro del calcio americano. Tanto in campo – 66 presenze e 36 gol in tutte le competizioni – quanto fuori, la sua presenza è stata fondamentale per accrescere le performance della squadra e l’autostima di molti dei suoi giovani compagni.
Eppure, gli stessi numeri che raccontano di un fuoriclasse che, a 40 anni, è ancora in grado di segnare quasi un gol a partita (per l’esattezza, uno ogni 124’), suggeriscono anche che, forse, il suo peso specifico all’interno del Milan sta iniziando a calare.
Per esempio, se è pur vero che lo svedese è il miglior marcatore della squadra in questo campionato, è altrettanto vero che nelle sue 11 presenze da titolare il Milan ha perso ben quattro volte, con altrettante vittorie e tre pareggi. Una media punti di 1,36 a gara, contro i 2,13 punti raccolti in media dal Milan in questo campionato. E il confronto si fa ancora più clamoroso quando si guarda alla versione del Milan quando Ibrahimovic non parte titolare: 12 partite, 11 vittorie e un pareggio. Media punti: 2,83. Più del doppio. I numeri vanno sempre presi con le dovute cautele e contestualizzati a dovere, ma hanno il pregio di non mentire. Almeno in questo campionato, il Milan senza Ibra viaggia a una velocità doppia rispetto al suo doppelganger con lo svedese nel motore.
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