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Inter, un grande ex torna all'attacco: duro affondo

Cinque anni dopo l'esonero, Frank De Boer torna a criticare l'ambiente nerazzurro: "Se avessi saputo ciò che stava succedendo in società non avrei mai firmato...".

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L’esperienza di Frank De Boer sulla panchina dell’Inter è stata fugace e tutt’altro che da ricordare. Sembrano passati anni luce in casa nerazzurra da quei pochi mesi del 2016 quando il tecnico olandese fu scelto dall’allora presidente Erick Thohir per succedere a Roberto Mancini che, dimettendosi in piena estate poche settimane prima dell’inizio della Serie A, chiuse così la sua seconda esperienza sulla panchina nerazzurra, che nel campionato precedente aveva portato solo ad un quarto posto.

De Boer, catapultato in un calcio che non conosceva, sarebbe poi stato esonerato a fine ottobre dopo un pessimo avvio di campionato, sostituito da Stefano Pioli, poi a propria volta sollevato dall’incarico sul finale di stagione.

I successivi passi della carriera di tecnico di De Boer, tra Inghilterra e Mls, non sono stati soddisfacenti, fino alla pessima esperienza come ct dell’Olanda nell’ultimo Europeo, con gli Orange eliminati agli ottavi dalla Repubblica Ceca e De Boer esonerato per fare spazio a Louis Van Gaal.

Eppure l’ex bandiera dell’Ajax, come altre volte in passato, ha nuovamente sparato a zero contro l’Inter e l’ambiente nerazzurro del tempo in un’intervista rilasciata alla rivista olandese Tijdschrift, nella quale ha criticato lo stesso Thohir:

“Ero abituato all’Ajax, dove non solo conoscevo tutti, ma anche tutte le sezioni mi sostenevano. All’Inter invece le gambe della mia sedia sono state subito segate da una quinta colonna e un ex presidente scontento”.

“Quando ho firmato con l’Inter – ha aggiunto – ho iniziato ad approfondire i valori fondamentali del club. Volevo capire perché un club così speciale in passato non avesse vinto nulla negli ultimi anni. Ho parlato con tutti coloro che hanno lavorato nel complesso di allenamento, con i giocatori, gli allenatori, i portieri, i cuochi e ho chiesto loro cosa significasse per loro l’Inter e come doveva crescere il club, ma ho visto subito, mentre ci sedevamo intorno al tavolo, che nessuno avrebbe detto niente. Quindi quella conversazione fu completamente inutile. se avessi saputo cosa stava succedendo all’Inter non avrei mai firmato. Hanno continuato allo stesso modo dopo che me ne sono andato, con il risultato che ci sono stati non so quanti allenatori dopo di me”.

Infine un retroscena sui giorni di riposo: “So quanto sia importante il riposo quindi ho voluto concederlo ai giocatori dopo un periodo intensivo di quattordici giorni di partite e allenamenti per poi ricominciare. Beh, un giorno libero non era nel dizionario. Col senno di poi ci ho messo troppa energia, mentre in un club del genere conta solo vincere”.

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