Essere Francesca Palumbo non puĆ² prescindere dalla scherma, dai suoi rituali e da quel che impone una disciplina nobile, quanto impegnativa. A Tokyo qualcosa si ĆØ spezzato, si ĆØ rotto definitivamente ma ĆØ alquanto riduttivo ā probabilmente ā sintetizzare quel che ha compreso la campionessa lucana in quel frammento di vita che le ha imposto uno stop di riflessione, e poi sportivo. Allāindomani dei Mondiali di Milano ha conquistato un nuovo traguardo, ha delle nuove medaglie al collo che le hanno conferito ancora piĆ¹ consapevolezza, superata la notevole parentesi olimpica dei Giochi.
Francesca vanta un oro mondiale e due ori europei, tutti nella specialitĆ del fioretto a squadre e un bronzo individuale agli Europei di Plovdiv, in Bulgaria. Riconoscimenti di un talento scoperto ad appena 8 anni, in modo quasi accidentale e che ha coinvolto una piccola comunitĆ di professionisti della scherma, quella di Potenza, che ha contribuito a crescere queste qualitĆ di Francesca e a imprimerle la mentalitĆ , che lāha accompagnata poi a Roma e a gareggiare nelle principali competizioni internazionali, una volta acquisito quel primato nei campionali italiani fin da giovanissima.
A TTG Travel Experience di Rimini, manifestazione italiana di riferimento per la promozione del turismo mondiale in Italia, dove ĆØ stata presentata la nuova campagna di Comunicazione 2024 dellāAPT della Basilicata dal titolo Basilicata, state of mind, la campionessa di fioretto ha rappresentato la sua terra, la sua Potenza, con altri talenti sportivi lucani: Domenico Acerenza (nuoto), Terryana DāOnofrio (karate), Claudio Coviello (danza) e Domenico Pozzovivo (ciclismo).
In esclusiva per Virgilio Sport, ha deciso di parlare di un periodo complicato e della perdita del suo maestro, che per primo ha intuito e sostenuto il suo talento nella scherma, credendo, per primo, che Francesca Palumbo potesse diventare la campionessa che abbiamo imparato a conoscere e a capire, soprattutto sullāonda dei successi di Milano 2023.
Francesca Palumbo non si ĆØ piĆ¹ fermata dai campionati juniores, diventando una delle fiorettiste piĆ¹ note e vincenti sul piano internazionale. Il 2023, forse come lei stessa ha evidenziato, ĆØ stata anche a livello individuale una nuova stagione straordinaria, āforse la migliore per crescita e risultatiā, dove insieme alle altre fiorettiste Martina Batini, Martina Favaretto e Alice Volpi ha aperto un nuovo capitolo per la scherma italiana. A Plovdiv e a Milano ha dato il suo meglio o cāĆØ ancora altro?
Ć vero: il 2023 ĆØ stato un anno incredibile; le sfide e le soddisfazioni sono state tantissime ma ho ancora tantissimo da dare e da migliorare. Ć stato un anno prezioso per tutto ciĆ² che ho scoperto di me, come atleta e come persona;
Il suo primo successo europeo ĆØ stato un obiettivo meritatissimo centrato dopo mesi complicati, inutile negarlo per lo sport e la scherma. Quale ĆØ stata la fase piĆ¹ delicata in questāultimo anno e mezzo?
Prima del Campionato Europeo venivo da un momento difficile, faticoso. Mi sentivo persa e senza sicurezze. La sfida piĆ¹ grande ĆØ stata convivere con quellāabisso, guardarlo, toccarlo per mesi e fare amicizia con le mie piĆ¹ grandi paure. Ć stata davvero dura ma questo mi ha permesso di capirmi meglio e trasformare quellāoscuritĆ in luce. Riuscirci ĆØ stato incredibile e preziosissimo!
La vittoria azzurra nel fioretto a squadre, a Milano
A Milano, con il pubblico di casa, ha continuato a dare il meglio e a confermarsi ai vertici internazionali. Che cosa rimane di quella ragazzina che ha incominciato a tirare, a Potenza?
CiĆ² che porto da sempre con me ĆØ quella fame che non mi fa mai sentire veramente appagata, quella resilienza che mi ha permesso di sopravvivere nei momenti piĆ¹ bui e, soprattutto, la grande voglia di lavorare; per me il lavoro ĆØ stato da sempre lo strumento piĆ¹ potente che ho avuto per emergere, per crescere e fare la differenza.
Come ĆØ avvenuto lāincontro con il fioretto? Lei praticava il nuoto quando poi, grazie alla mamma di una sua amica, ha incontrato la scherma.
Avevo 8 anni. A quellāetĆ si provano e si cambiano mille sport (basket, nuoto, sci, tennis). Una sera provai per caso la scherma e ricordo ancora il momento esatto in cui entrai e mi innamorai di quella piccola palestra. Ć iniziato come un gioco tra amici e si ĆØ poi trasformata nella mia piĆ¹ grande passione.
Il maestro Pinto che lāha seguita e che ha portato ai vertici anche la scherma lucana con lei ĆØ mancato di recente. Che cosa crede che possa fare lei, Francesca, per questo sport alla sua terra?
Il maestro Pinto mi manca ogni giorno ma lo porto con me ogni volta che salgo in pedana. Quando do il meglio e provo a raggiungere il massimo lo faccio anche per la mia terra, per dimostrare al mondo che anche in una piccola cittĆ si possono costruire grandi sogni; che con una forte volontĆ , perseveranza e un poā di fortuna, tutto ĆØ possibile. Lo faccio per stimolare i ragazzi piĆ¹ giovani a non abbattersi, a non accontentarsi mai. Se riesco a convincerne anche solo uno, mi sento profondamente felice e fiera. Inoltre cerco, per quello che mi ĆØ possibile, di essere presente cosƬ da poter dare un sostegno reale alla mia vecchia palestra e allo sport lucano in generale.