La Nazionale di Spalletti ha centrato il suo obiettivo, è riuscita a qualificarsi per il rotto della cuffia per gli Europei del 2024 in Germania, dove avrà modo di difendere il titolo conquistato tre anni prima nella notte magica di Wembley, ai rigori sull’Inghilterra. Il calcio italiano, però, rischia una nuova figuraccia. Gli Europei del 2032, assegnati congiuntamente allo Stivale e alla Turchia, potrebbero essere infatti revocati dall’Uefa all’Italia e affidati unicamente al governo di Erdogan.
- Euro 2032, l'allarme di De Siervo
- Italia, servono risorse per cinque stadi
- Serie A in salute: boom di presenze
Euro 2032, l’allarme di De Siervo
A lanciare l’allarme è l’amministratore delegato della Lega Serie A, Luigi De Siervo, durante il Social Football Summit in corso di svolgimento allo Stadio Olimpico, a Roma:
Abbiamo una scadenza importante, entro ottobre 2026 dobbiamo fare in modo che si raggiunga il livello di sufficienza per gli stadi dall’Uefa. Il rischio, altrimenti, è che la candidatura verrebbe revocata. Abbiamo segnalato al governo l’urgenza assoluta che venga istituito un commissario agli stadi, il problema c’è e speriamo di affrontarlo come si deve.
Italia, servono risorse per cinque stadi
Va ricordato come, pur di ottenere l’assegnazione di Euro 2032, l’Italia abbia già operato una sorta di compromesso, “accettando” di viaggiare in parallelo e non più in concorrenza con la Turchia. L’abbandono dell’idea originale di concorrere da soli ha portato al dimezzamento degli stadi sede delle partite della competizione, da dieci come ipotizzato in prima battuta a cinque. Quali? Roma, Milano e Torino non dovrebbero avere problemi. Napoli è messa peggio, nonostante il Maradona abbia recentemente ospitato le Universiadi del 2019 (in cui però non sono stati effettuati lavori strutturali). Per la quinta piazza dovrebbero essere in ballottaggio Bari, Firenze o Genova.
Serie A in salute: boom di presenze
Che la questione stadi sia prioritaria lo ha ribadito lo stesso De Siervo in un altro passaggio del suo intervento al Social Football Summit:
Credo che l’Italia sia un Paese che probabilmente non esporta più poeti e navigatori, bensì allenatori. Il calcio italiano vive uno stato di eccezionale salute e lo si vede dagli stadi che, pur con le loro criticità, sono tornati stracolmi. Come presenze siamo tornati ai vertici del mondo, i fondi d’investimento pensavano a noi perché in Serie A abbiamo prospettiva di crescita maggiore rispetto alla Ligue 1 francese, alla Bundesliga tedesca e alla stessa Premier League inglese.