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Italia ripescata ai Mondiali, Mancini rompe il silenzio sulle dimissioni e l'umiliazione contro la Germania

Il ct azzurro, Roberto Mancini, torna su quei giorni seguiti all'esclusione dai Mondiali e spiega le ragioni della sua scelta di rimanere alla guida degli azzurri

29-06-2022 10:13

Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

Roberto Mancini non si è mai sottratto alle critiche, anche quando le sue scelte avrebbero potuto suscitare già sulla carta delle notevoli perplessità. Cosa che è accaduto durante la fase più delicata per la nostra Nazionale, ovvero le qualificazioni ai Mondiali o più recentemente in Nations League, quando l’Italia ha incassato un risultato umiliante contro la Germania.

Italia fuori dai Mondiali, i giovani l’unica soluzione

“Purtroppo non abbiamo tante alternative, e dobbiamo cercare in fretta dei giovani che magari in questo momento non sono molto conosciuti o non giocano ad altissimo livello, però hanno qualità e spero che in breve tempo vengano utili alla Nazionale, e anche a tante squadre di club”,

ha spiegato il ct azzurro, intervenendo in un collegamento video durante “Eccellenze Marchigiane a confronto”, a cura di LGI Sotto le Stelle da Piazzale della Vittoria a Macerata.

Mancini e la scelta di rifondare la Nazionale

“Abbiamo visto tanti ragazzi – ha aggiunto ancora Mancini – e molti sono anche bravi ma non hanno esperienza, alcuni giocano ancora a livello giovanile, manca loro di poter giocare con gente più grande per migliorare. Ma noi cerchiamo di vedere da subito le qualità, poi su quelle fisiche ci si lavora”.

Una decisione, la sua, spesso oggetto di analisi non sempre benevole come quella di recente dell’ex ct di Inghilterra e Russia (nonché ex allenatore di Roma, Real Madrid e Juventus) Fabio Capello.

Fonte: ANSA

E dal punto di vista dei comportamenti?

“Questi ragazzi sono tutti bravi – risponde il ct -, possono fare qualche cavolata ma poi quando iniziano ad alto livello capiscono che bisogna esser seri, e che devono impegnarsi, perché facendo il calciatore si può migliorare sempre, anche a 30 anni, ci sono margini enormi. I nostri hanno un grande futuro, e quando hanno avuto la possibilità di giocare lo hanno fatto vedere, come Zaniolo”.

La sofferta uscita dal Mondiale

L’uscita di scena dal Qatar ancor prima che il Mondiale abbia inizio ha impresso una svolta alla sua gestione imprevedibile, paradossale poiché avvenuta quando l’Italia di Wembley pareva aver individuato un’alchimia di gioco perfetta tra senatori e nuove risorse. Un equilibrio che, per quanto precario, era riuscito a mantenersi anche grazie al ruolo dello stesso Mancini e al suo staff.

Dopo la mancata qualificazione, decisa dalla sconfitta assurda contro la Macedonia, Mancini aveva riflettuto sull’eventualità di dimettersi e rimettere l’incarico di commissario tecnico. Una notizia che conferma e che spiega, consapevole che le flebili speranze di un ripescaggio sono ormai talmente remote da potersi definire pressoché metafisiche.

“Quando hai vinto un Europeo e un anno e mezzo straordinario vincendo quasi sempre…. -dice -. Poi ci si è messa la sfortuna, situazioni negative tutte insieme nello stesso momento. Ora ho questa possibilità di potermi rifare, abbiamo quattro anni importanti, anche se nessuno può sapere se rivinceremo gli Europei o il Mondiale del 2026”.

Fonte: ANSA

L’umiliazione contro la Germania in Nations League

Sulla disfatta subita dagli azzurri contro la Germania, Mancini ha replicato senza filtri ammettendo lo stato fisico in cui versavano alcuni giocatori, sollevando un tema ormai ricorrente sullo stato del calcio e la sua intensità:

“In Spagna o in Inghilterra giocano in prima squadra da tre anni e questo fa la differenza – ha tenuto ad aggiungere-. Contro la Germania avrei potuto schierare quelli degli Europei, ma erano stanchissimi, e poi non avrei avuto la possibilità di vedere i giovani. La Germania ci è stata superiore soprattutto nel possesso palla, ma se vai a vedere loro hanno fatto 19 tiri e noi 16. Ma loro hanno inquadrato meglio la porta”.

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