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Italia, Spalletti chiama Totti, Baggio e Del Piero poi torna sull'addio al Napoli: "Ho scelto la tristezza"

Da Baggio a Totti: Spalletti vuole coinvolgere i '10' più forte per caricare l'Italia in vista di Euro 2024. Poi torna sul Napoli e De Laurentiis svelando diversi retroscena

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Domenico Esposito

Domenico Esposito

Giornalista

Da vent’anni in campo e sul campo per vivere ogni evento in tutte le sue sfaccettature. Passione smisurata per il calcio e per la sfera di cuoio. Il pallone è una cosa serissima, guai a dirgli di no

Manca sempre meno all’inizio degli Europei e Luciano Spalletti chiama in causa i più grandi per caricare l’Italia, che volerà in Germania da campione in carica. Già, l’idea è di coinvolgere i ’10’ che hanno scritto la storia del calcio azzurro: Baggio, Del Piero, Totti, Antognoni. Ma non solo: nell’intervista rilasciata al Corriere dello Sport il ct parla anche del Napoli e di De Laurentiis.

Verso Euro 2024: l’idea di Spalletti per motivare gli azzurri

Intervistato da Ivan Zazzaroni, Spalletti ha confessato che “mi piacerebbe portare a Coverciano, quando ci ritroveremo per la preparazione agli Europei, quattro 10 mondiali: Baggio, Del Piero, Totti e Antognoni”. L’idea sta già prendendo forma. “Ne ho già parlato con Gravina. Pensa se quel 40 assistesse a un nostro allenamento: spingerebbe i ragazzi a elevare la prestazione”. Il ct va oltre e aggiunge: “Posso parlarti anche di un 10 tra i pali e non solo”. Il riferimento è a Buffon. “Lo conoscevo come grande portiere, uomo di calcio e leader di spogliatoio, ma ora ho capito che è pure anche un grande amico e che il dirigente sarà all’altezza del campione che è stato”.

Spalletti torna a parlare del Napoli e del perché è andato via

Sarebbe stato facile continuare la sua avventura alle falde del Vesuvio, dopo la conquista del terzo storico scudetto. Invece, il tecnico di Certaldo ha deciso di salutare il Golfo. “Ho scelto la tristezza lasciando Napoli dopo quella cosa là. Eppure sarebbe stato più facile e naturale andare avanti, lavorare con un gruppo che avevamo portato al top”. Quindi un retroscena sui suoi due anni nel capoluogo campano. “Il primo anno a Napoli vivevo in albergo, magnifico, mi portavano la colazione in camera. Poi ho piazzato il lettino nell’ufficio. Per non perdere un solo secondo, anche il più piccolo particolare, mi risparmiavo la mezz’ora di auto da Napoli a Castel Volturno”.

Via tutti i big da Napoli: cosa gli consigliarono i collaboratori

Centrato l’obiettivo Champions al primo tentativo, in estate partirono Mertens, Koulibaly, Ghoulam, Ospina, Insigne e Fabian Ruiz. “I miei collaboratori mi dissero ‘ma cosa restiamo a fare? Hanno venduto tutti’ – svela Spalletti al Corriere dello Sport -. Io volevo sentirmi l’allenatore del Napoli e si è allenatori di una squadra soltanto se si fa qualcosa di effettivamente importante. La prima cosa che ti dice De Laurentiis è ‘secondi siamo già arrivati e dobbiamo stare sempre in Champions’. Così sono ripartito per ottenere quella cosa là, è successo, sarei potuto restare ancora, il grafico prestazionale l’avevamo portato al livello più alto”.

Spalletti e il rapporto con De Laurentiis: le parole del ct

Non si tira centro indietro, Luciano, quando si tratta di parlare del rapporto col vulcanico patron del Napoli. “Io ho due orecchie e una bocca. So ascoltare e al momento giusto parlare. De Laurentiis ha una grande comunicativa, un linguaggio scorrevole. E poi dipende sempre dal De Laurentiis che ti ritrovi di fronte, ne esistono almeno quattro o cinque. Con l’intelligenza artificiale potrebbero provare a inventarne altri”.

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