Il 2023 di Luciano Spalletti è stato l’anno della consacrazione. Il tecnico di Certaldo ha riportato lo scudetto a Napoli a trentatré anni di distanza dall’ultimo, guadagnandosi pure la panchina della Nazionale. Il Ct ha rilasciato un’intervista a Rai 2 parlando di passato recente e di futuro, con uno sguardo inevitabilmente proiettato al prossimo, imminente, Campionato europeo. Ma senza dimenticare temi di strettissima attualità come ad esempio la Superlega: un argomento tra i più divisivi in circolazione.
La Superlega e la battaglia di Davide e Golia
Partiamo proprio dalla Superlega che fa sorgere in Luciano Spalletti un paragone addirittura biblico: “Stiamo perdendo i buoni odori e sapori di un tempo, quelli della terra, della tradizione, della gente in festa attorno a una bandiera, dello stupore di Davide che batte Golia. È come se il domani fosse tutto da inventare e scritto dalle regole dei potenti“. “Qualcuno – ha proseguito il Ct – vuole imporre quale sia l’unico calcio da guardare, non hanno capito che finché ci sarà un pallone e spazio per due porte la gente continuerà a scegliere il calcio che più la appassiona“.
Scudetto del Napoli e Euro 2024
Impossibile un paragone tra le due competizioni accomunate solo da una maglia azzurra, seppur dalle differenti tonalità: “Il primo è stato un memorabile viaggio collettivo su binari del sogno e della follia: sembrava impossibile anche nei sogni – ha continuato Spalletti -. La qualificazione europea è invece la voce che sale dal fondo del pozzo in cui eravamo caduti e che urla al mondo che ci siamo anche noi e siamo più vivi che mai. Ci permette di andare in Germania a difendere il titolo vinto nel 2021, ma c’è ancora tanto lavoro da fare“.
Dal 2006 alla nuova avventura in Germania
La Germania suscita bei ricordi al nostro universo tricolore che Spalletti prova a riportare a galla: “Ricordo tutto del Mondiale del 2006 in Germania: il blocco creato da Lippi, al quale mi accomuna solo, al momento, l’essere come lui toscano… la sequenza dei cinque rigoristi sicuri di segnare in finale… Ogni contrasto dietro il quale c’era tutto il muscolo della squadra. La finale poi non l’ho vista: l’ho vissuta con i miei due figli, allora di 14 e 11 anni, urlando a ogni rotolata del pallone e finendo in un grande abbraccio collettivo“. Adesso sarà fondamentale l’apporto del tifo: “Ci trasmetteranno amore e senso appartenenza, è anche per loro che non dovremo risparmiarci neanche un centimetro“.
De Laurentiis vs Gravina
Negli ultimi mesi Luciano Spalletti ha avuto a che fare con due personaggi completamente diversi come Aurelio De Laurentiis e Gianluca Gravina. Il Ct ha provato a delineare un quadro di entrambi: “Sono come giorno e notte: uno è imprenditore l’altro da sempre uomo di calcio, è giusto ci siano approcci diversi. È innegabile che siano entrambi presidenti vincenti, stanno facendo cose importanti per il nostro calcio. La cosa che mi è piaciuta di più di Gravina è avermi messo da sempre a mio agio, dimostrandomi stima e mettendo al centro valori del calcio italiano e dei giovani“.
L’Italia dei giovani: i volti nuovi del Ct
Chi dice che l’Italia non punti sui giovani? Non Spalletti che ha già individuati diversi profili idonei per la maglia azzurra attingendo dalla cosiddetta linea verde: “Sono venuti fuori Kayode, Ranieri, Koleosho, Casadei che avevamo nel mirino da un po’. Bove è oramai una certezza, mi è piaciuto nell’ultimo periodo l’atteggiamento di Lucca, e poi Prati, Calafiori che è una certezza a sinistra e al centro, ed è pronto per la nazionale“. Chissà che per qualcuno di questi non possa esserci spazio già all’Europeo del prossimo giugno.