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Italia, Spalletti smonta mito che si gioca troppo poi spiega no a Chiesa e critica gli arbitri

Il ct azzurro, alla vigilia del doppio confronto con Belgio e Israele, si sofferma sulle scelte dei convocati e lancia qualche frecciata

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

L’ha ripresa in pugno o almeno è quasi sicuro di esserci riuscito. Dopo il devastante Europeo in Germania, quello che gli ha rovinato le vacanze facendogli passare tante notti insonni, Luciano Spalletti in due mosse sembra aver ritrovato la strada smarrita riprendendosi quell’Italia che gli stava sfuggendo di mano. Le due vittorie in Nations League ma soprattutto il trionfo con la Francia a casa loro ha ridato credibilità al ct che è più tranquillo (“ho fiducia in me stesso”) ora aspetta conferme con Belgio e Israele.

Spalletti sfata il mito delle troppe partite

Dopo aver coniato un nuovo motto (“Prima c’era da cambiare, ora la parola d’ordine è continuità“) Spalletti dice la sua sul sovraffollamento degli impegni che sta determinando tanti infortuni, ultimo quello di Zapata: “Sfruttare bene queste giornate azzurre fa bene a loro anche per il futuro nei club. I calciatori se fanno bene qui fanno bene anche nella loro squadre. Gli infortuni succedono, molto dipende dalla pressione che hanno nella testa, non dalla fatica muscolare. Quando una squadra va bene sopperisce a tante cose, quando va male i numeri degli infortunati sono maggiori. Per me non si gioca molto, bisogna avere il coraggio di lanciare i giovani di farli crescere, ci sono rose attrezzatissime che possono sopperire. Non dobbiamo rimanere attaccati agli alibi, si può giocare spesso e giocare anche un calcio di alto livello”.

Spalletti confida in Maldini e Pisilli

Sulla convocazione di Maldini il ct dice: “E’ un po’ il calciatore che ci manca come purezza tecnica, ha tante qualità, ha la giocata bella e incantevole e ha fisicità, regge botta nei contrasti, ha corsa, sa giocare spalle alla difesa avversaria, qualche volta si assenta dal gioco, esce dal contesto nei 90′. Facciamo questa prova qui ma ho visto una crescita importante, speriamo che le emozioni si trasformino in giocate d’arte in partita. Per quanto riguarda Pisilli mi sembra proprio un bel centrocampista, sa fare entrambe le fasi.

Mi diceva De Rossi quando lo allenava, nelle partitine fa sempre gol, è uno che ha frequenza, energia e merita di stare qui con noi. Anche Gabbia ha fatto vedere di saper comandare il reparto difensivo, è molto attento e intenso, è uno che mantiene la linea alta, parla spesso con i compagni, lo abbiamo convocato con piacere e ci fa piacere che ci sia un milanista visto che non ci sono tanti italiani nel club. Gatti aveva un problema da mettere a posto, doveva recuperare e noi abbiamo scelto di avere giocatori sani. Kean lo abbiamo fatto venire perché era vicino, per vederlo ma ci aveva avvisato già ieri la Fiorentina: sta male. E abbiamo chiamato Lucca”.

Il ct spiega il no a Zaccagni e Chiesa

Vincere le prossime due partite consentirebbe di fare altri esperimenti a novembre: “Potrebbe essere così ma c’è il problema che gli altri non sono d’accordo, serve la stessa consistenza dell’ultima volta, dobbiamo comportarci d’assieme. I gol? Qualcuno i gol li fa prima o poi, anche i difensori ed anche i centrocampisti e andiamo avanti così”. Col nuovo modulo sembra esserci meno spazio per gli esterni come Zaccagni o Chiesa: “Un po’ sì, un po’ no. Zaccagni ieri ha fatto un gol da seconda punta. Chiesa nella Juventus di Allegri ha spesso giocato in quel ruolo lì e io lo vedo in quel ruolo. C’è bisogno che capisca determinate cose, ma secondo me lo può fare. Zaniolo con Gasperini fa la seconda punta ed è dentro il campo. Noi andiamo a prendere dall’Atalanta, è un modello societario e dentro il campo, Gasp è un allenatore stimolante da conoscere”.

Sulle tante polemiche arbitral infine i il ct dice: “Ho visto la partita Fiorentina-Milan ieri a Firenze vicino a Gianluca Rocchi, che è stato impegnato tutto il tempo a fare valutazioni: ci sono gestioni che secondo come le usi ti crei vantaggi o difficoltà professionalmente e ora si stanno creando difficoltà, bisogna stare attenti. Se si butta fuori uno per simulazione e poi potrebbe essere rigore diventa dura, io sarei curioso di fare l’arbitro, lascerei andare molto”.

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