Perdersi senza ritrovarsi è il leitmotiv delle dichiarazioni post Irlanda del Nord che gli uomini che avevano trionfato nel tempio di Wembley (tutto contro gli azzurri, ricordiamolo) sentono di convogliare in un messaggio che si legge in un sottotesto, celato tra la volontà di reagire e l’inevitabile richiamo a essere propositivi, costruttivi dopo la completa dissoluzione dell’epopea azzurra degli Europei. C’è anche chi tace e soffre di una crisi di identità che ha palesato a modo suo, ammettendo di patire la condizione di eterno secondo nonostante Euro 2020 e il riconoscimento di miglior giocatore del torneo: Gigio Donnarumma.
L’uscita terrificante di Donnarumma
La crisi di Donnarumma merita un capitolo a parte, in questa disfatta. L’uscita a vuoto, inspiegabile e confusa e quasi surreale per come e quando avvenuta, non può esaurirsi in un errore dovuto alla stanchezza: c’è qualcosa di più in questo 21enne che fino a qualche mese fa, quando vestiva la maglia del Milan, era al centro del calciomercato e aveva folgorato mezza Europa con la sua fisicità prepotente e una lettura sempre intelligente e in anticipo per un ragazzino, qual è.
Bonucci salva l’Italia e Donnarumma
Contro l’Irlanda del Nord forse, Donnarumma ha toccato il punto meno auspicabile della sua carriera in Nazionale: c’è chi gli addossa la croce dei troppi errori consecutivi in campo, lui spiega che soffre Navas e il fatto di non giocare molto al PSG (cosa che era intuibile, visto e considerato il titolare e la posizione di Pochettino), ma quell’uscita tra il serio e il faceto è solo l’ennesima postilla.
Se Bonucci non avesse salvato sulla riga, dopo la spericolata corsa di Donnarumma lontano dalla porta, che cosa ne sarebbe nel day after della Nazionale?
Donnarumma: troppi errori
Dopo l’errore con la Svizzera e, secondo alcuni opinionisti, i precedenti qualcosa si è spento in Gigio: l’assenza di fiducia, la stanchezza, l’essersi sentito schiacciato da questo ruolo nel club non lo hanno indotto a cercare un riscatto in azzurro o forse non vanta ancora gli strumenti, dettati da esperienza e maturità ma anche da mental coach, che ne segnino la svolta, il cambio che si attende da lui.
Al netto delle scelte e delle critiche che gli sono state vomitate contro per aver preferito seguire Mino Raiola e aver abbandonato il Milan, tesi non condivisa da tutti, che lo aveva accolto bambino quando arrivò da Castellamare di Stabia e lo aveva sostenuto nella sua crescita supportando sia lui sia la famiglia, indirettamente, Donnarumma sta attraversando una fase che – almeno fino ad ora – non incontra una interruzione. E se sui social poco gli si perdona questa presunta involuzione, un simile talento andrebbe protetto e sostenuto per non incorrere in effetti perversi che non gioverebbero a nessuno. Né a Gigio, né alla Nazionale.
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