La comunicazione di Jannik Sinner sa rivelarsi dirompente. Alle ATP Finals, come agli US Open e prima ancora agli Australian Open il numero 1 del ranking mondiale ha imposto la qualità che ad altri protagonisti della scena sportiva internazionale manca, almeno nella medesima misura. Dimostrata la rara capacità di imporre, nell’attino fuggente, un messaggio sempre dirompente. Si fa riferimento al miglior giocatore della classifica mondiale, ovvio soffermarsi suin contenuti eppure Jannik è sintetico e efficace quando serve.
Anche a Torino lo è stato, spostando il baricentro sulla sua incredibile vittoria su Taylor Fritz e la sua famiglia: suo padre Hanspeter, sua madre Siglinde e suo fratello maggiore. Si sono abbracciati nel momento più forte. Poi Jannik ha fatto il resto.
- Sinner vincitore ATP Finals 2024, dedica ai genitori
- Malaga e Coppa Davis
- Il pilastro della famiglia
- Chi sono e che cosa fanno i genitori di Sinner e suo fratello Mark
- La dedica ai suoi genitori e il silenzio su Anna Kalinskaya
Sinner vincitore ATP Finals 2024, dedica ai genitori
“I miei genitori vengono prima di tutto, di qualsiasi trofeo o successo — dice facendosi serio —, non solo la lacrima di mia mamma quando mi hanno premiato come numero 1: mio padre, mio fratello, tutti. I miei sono l’emozione più bella che mi porto via da qui, solo loro conoscono i sacrifici che abbiamo fatto: è bello poter restituire qualcosina”, ha dichiarazto Sinner nel post vittoria.
Un messaggio che si rinnova, dopo quanto affermato a Melbourne e a New York, senza alcuna intenzione evidentemente di alimentare rumors su Anna Kalinskaya, assente ormai giustificata e figura evanescente. Sinner non ha mai speso un’enormità di parole su di lei, anzi. La tennista russa ha postato o non postato, baciato e abbracciato. Il riserbo di Jannik, anche in precedenza, era stato una costante ed è così anche adesso che le indiscrezioni di crisi e i no follow suggeriscono. Non c’è spazio per altro.
Lo staff al completo sul campo che ha sancito la vittoria delle ATP Finals
Malaga e Coppa Davis
Oggi il campione altoatesino salirà sul jet privato messo a disposizione della Federtennis per raggiungere capitan Volandri e gli altri compagni dell’Italia a Malaga, dove è atteso per la Coppa Davis. Un’attesa che condividiamo con i media del planeta, considerata la notorietà e il carsima che questo ragazzo di San Candido riesce a sprigionare catturando milioni di followers e ammiratori per il suo tennis e la sua indubbia capacità di gestire la sua immagine pubblica.
A Torino ci ha concesso un po’ della sua famiglia, impegnata in ben altri contesti e dedita con estrema cura al proprio progetto, dopo anni di lavoro in un rifugio. I suoi genitori si godono i risultati di una vita di impegno professionale, nell’ambito dell’accoglienza e del turismo, in uno degli angoli più spettacolari delle Dolomiti.
Sorridenti, emozionati hanno posato per le foto di rito con Jannik che si è fermato giusto il tempo che occorre, prima di una settimana di passione e incognite con sullo sfondo il caso Clostebol.
Il pilastro della famiglia
L’amore per i suoi genitori è assoluto, il pilastro delle sua esistenza. Lo ha già detto e ribadito in altre circostanze quando dopo la vittoria degli US Open, ad esempio, ha rammentato quanto sia indispensabile, nell’esistenza di ciascuno e qualunque sia la sua esistenza, la cura nei riguardi della propria salute. Le parole di Jannik, allora, hanno saputo commuovere e rendere partecipi i suoi estimatori della sua dolorosa e quotidiana convivenza con la malattia, da parte di sua zia Margith scomparsa proprio sabato 21 settembre, a causa di una malattia.
I genitori e il fratello magggiore
Per lei e per testimoniare l’importanza della prevenzione, aveva speso e condiviso un po’ della sua infanzia con quanti lo ascoltavano. “Quando ero piccolo i miei lavoravano tutto il giorno e io trascorrevo molto tempo con mia zia. Mi accompagnava alle gare di sci, passavamo l’estate insieme. Noi viaggiamo molto, quindi è difficile passare del tempo con le persone che amiamo veramente, ma se lo avessi, di sicuro lo passerei con le persone a cui tengo veramente: una di queste è proprio mia zia”, aveva detto.
Chi sono e che cosa fanno i genitori di Sinner e suo fratello Mark
I suoi genitori oggi seguono la struttura di famiglia, a dismotrazione di una modifica solo parziale del loro stile di vita: Hanspeter e Siglinde sono i propietari e seguono un albergo a Sesto dal 2022 (Haus Sinner si trova nel centro cittadino ed è una struttura nuova ma senza eccessi, molto accogliente e tipica), dopo aver gestito un rifugio tra le loro montagne, in Val Pusteria. La loro famiglia è molto nota, si colloca in una comunità piccola e operosa come il sindaco spiegò in esclusiva all’indomani della vittoria agli Australian Open.
Sul campo di Torino si è unito a Jannik e ai genitori anche il fratello maggiore, Mark (il quale è molto schivo), arrivato a nove mesi dalla Russia dove è nato nel 1998; vive anche lui in Val Pusteria, ma non lavora con i suoi. Svolge una professione molto impegnativa, di estrema rilevanza per la comunità locale, ma lontano dai riflettori che i successi del fratello minore hanno acceso su di lui di rifesso.
Siamo a Sesto in Val Pusteria, dicevamo, dove mamma e papà lavoravano in un rifugio prima di dedicarsi a Haus Sinner (il loro hotel), un sogno realizzato per entrambi. I genitori del numero uno mondiale, com’è noto, lo hanno cresciuto tra queste montagne consentendogli anche di lasciare la famiglia da piccolissimo, quando il giovane Sinner decise di abbandonare il calcio e dedicarsi definitivamente al tennis.
La dedica ai suoi genitori e il silenzio su Anna Kalinskaya
Ieri, campione anche delle ATP Finals 2024, alla presenza delle massime istituzioni del tennis da Andrea Gaudenzi presidente ATP al numero 1 della Federtennis, Angelo Biraghi, ha speso le sue migliori parole per i suoi cari che lo hanno stretto in un abbraccio totale, circolare.
Un raccordo perfetto, un’unione totale che potremmo rivedere anche a Malaga dove è atteso nella tarda mattinata il numero 1 e il vincitore delle Finals 2024.
Forse mancherà ancora una volta Anna Kalinskaya (la quale con raro tempismo ci ha mostrato contenuti inerenti dall’altra parte del mondo), ma ciò non turberà né potrà alterare quell’effetto magico che solo Sinner è capace di creare, nel presente del tennis, anche alla Coppa Davis.