Un serbatoio di talenti per la prima squadra. Un laboratorio per giovani promesse, in grado di giocare con continuità e di crescere e maturare nel calcio professionistico senza troppe pressioni. Una sorta di Academy, insomma, sul modello delle squadre B che da decenni fanno parte del panorama del calcio spagnolo e portoghese. Così, pomposamente, veniva presentata la nascita della Juve Next Gen, la formazione Under 23 della Vecchia Signora istituita nell’agosto del 2018. Ma la realtà era un’altra.
- I veri motivi per cui è stata creata la Juve Next Gen
- Intercettazioni: la Juve Under 23 "un carrozzone"
- Altre intercettazioni: critiche ad Allegri e Agnelli
I veri motivi per cui è stata creata la Juve Next Gen
A far luce sui veri motivi che portarono alla creazione della “squadra riserve” della Juventus sono le intercettazioni della Guardia di Finanza nell’ambito dell’inchiesta Prisma, pubblicate dal Corriere della Sera. Nulla di particolarmente compromettente, soprattutto in relazione ad altre dichiarazioni ben più gravi contenute nelle 14mila pagine che costituiscono gli atti dell’indagine. Ma il quadro che emerge dalle valutazioni sulla Juve Next Gen fatte dagli stessi alti dirigenti bianconeri è abbastanza dissacrante.
Intercettazioni: la Juve Under 23 “un carrozzone”
Alla Juventus serviva essenzialmente un “carrozzone” dove parcheggiare i giovani calciatori che non riusciva a ‘piazzare’ nelle sue trattative. Questa, in sintesi, la realtà dei fatti. Come mostra il Corsera, è il direttore finanziario dell’epoca, Stefano Cerrato, a vuotare il sacco in una conversazione con l’ex ad Maurizio Arrivabene: “L’idea che mi sono fatto io è che quello lì è un carrozzone che abbiamo creato… te lo dico fuori dai denti, che abbiamo creato perché non sapevamo più dove mettere i giocatori”.
Altre intercettazioni: critiche ad Allegri e Agnelli
Federico Cherubini se la prende invece con Allegri, poco incline a lanciare i giovani: “Se una volta ogni 40 partite deve giocare uno, giocherà uno dell’under 23… tanto Max prima che gioca uno dell’under 23…”. L’ex Cfo Stefano Bertola mostra invece insoddisfazione per altri giovani voluti dal presidente Andrea Agnelli: non calciatori, ma dirigenti. “Andrea ammette gli errori sì, a parole, ma poi nei fatti pochissimo… cioè non è che dice, su tre ne ho sbagliati tre”, le parole di Bertola con riferimento ai manager Re, Ricci e Paratici.
Lamentele, su questo fronte, anche da parte dello stesso Arrivabene. Nelle carte dei militari del nucleo di polizia economico finanziaria si legge: “Tutti i ragazzetti di cui Andrea è innamorato (i dipendenti, ndr) non hanno mai mosso un dito in tutta la loro vita, questi hanno bisogno di essere mandati sul campo, se non li metti sul campo faranno sempre delle grandi belle cose da leggere, ma da realizzare un pochino più difficili”.