“E non finisce mica il cielo” cantava la grande Mia Martini. Un po’ così forse “canta” il team di legali della Juventus pensando ai processi che attendono ancora il club bianconero. Se qualcuno pensava che con il patteggiamento sul fronte manovra stipendi e il -10 sulle plusvalenze avesse messo fine ai vari iter giudiziari della Vecchia Signora evidentemente non ricorda che, chiuse o quasi le vicende sportive (incombe ancora il verdetto Uefa a dire il vero) c’è il fronte giudiziario ordinario che attende al varco, o meglio alla sbarra, la Juve. Tappe, indagati e quant’altro sono già presenti in agenda.
- Processo Juventus: il Gup aspetta la Corte sulla territorialità
- Processo Juventus: Agnelli, Nedved e Paratici tra i rinviati a giudizio
- Perchè la Juventus chiede lo spostamento del processo
Processo Juventus: il Gup aspetta la Corte sulla territorialità
Dopo il rinvio dello scorso 27 marzo alla fine della prima udienza preliminare, lo scorso 10 maggio si è tenuta nell’aula bunker del Palazzo di Giustizia Bruno Caccia di Torino, la seconda udienza preliminare davanti al Gup Marco Picco, per il processo che vede la Juventus, e i suoi dirigenti, indagata nell’ambito dell’inchiesta Prisma sui bilanci dal 2019 al 2021. Il gup ha deciso di rimandare alla Corte di Cassazione la decisione sulla competenza territoriale (club e parti civili chiedono lo spostamento a Roma e Milano). In attesa della decisione della Suprema Corte, la nuova udienza è fissata per il 26 ottobre 2023.
Processo Juventus: Agnelli, Nedved e Paratici tra i rinviati a giudizio
Sulla Juventus incombe una richiesta di rinvio a giudizio per il club come persona giuridica e per 12 dirigenti la maggior parte dei quali faceva parte del vecchio board che si è dimesso dopo le prime indiscrezioni sull’Inchiesta Prisma: l’ex presidente Andrea Agnelli, l’ex vicepresidente Pavel Nedved, l’ex ds Fabio Paratici, e poi Marco Re, Stefano Bertola, Stefano Cerrato, Cesare Gabasio, Maurizio Arrivabene, Francesco Roncaglio, Enrico Vellano, Stefania Boschetti e Roberto Grossi. Dalla rosa di indagati iniziali sono usciti invece gli ex componenti del collegio sindacale Silvia Lirici, Nicoletta Paracchini e Paolo Piccatti.
Perchè la Juventus chiede lo spostamento del processo
I legali della Juve hanno chiesto lo spostamento della sede del processo a Milano o a Roma perchè l’ipotesi di reato di manipolazione del mercato si sarebbe consumato da un lato, nel capoluogo meneghino in quanto sede della borsa, oppure nella Capitale in quanto a Roma ci sono i server della stessa, essendo la Juventus una società quotata. Tra le varie cose, la Juve avrebbe così ancora più tempo per preparare la strategia difensiva. Ma sempre secondo il pool difensivo bianconero non di certo a Torino dalla cui Procura è comunque partita l’inchiesta Prisma.
Di contro la procura di Torino ritiene che i reati bianconeri si siano consumati nella sede della Juventus a Torino, dalla quale sarebbero partiti le false comunicazioni per il mercato e la borsa oltre ai comunicati sulle manovre stipendi incriminate, quando una dipendente della Juventus ha caricato sulla piattaforma l’avviso relativo al bilancio del 30 giugno 2019: il reato sarebbe attribuibile a una persona fisica e non a un software.