La formazione era questa: Dino Zoff, Gianpietro Marchetti, Silvio Longobucco, Giuseppe Furino, Francesco Morini, Sandro Salvadore (Capitano), José Altafini, Franco Causio, Pietro Anastasi, Fabio Capello, Roberto Bettega. Allenatore: Čestmír Vycpálek. In quella Juve che già nel 1973 iniziava ad assaggiare la maledizione della Champions, all’epoca Coppa Campioni, c’era un ragazzo calabrese, Silvio Longobucco, che fu buttato nella mischia in extremis al posto di Cuccureddu acciaccato (che sarebbe entrato solo nel quarto d’ora finale) e che avrebbe fatto la storia (in parte) della Juve e del Cagliari.
Longobucco morto per un male incurabile
All’età di 70 anni è morto ieri Silvio Longobucco, stroncato da un brutto male. Lo ricordano le società dove ha giocato e tanti tifosi che hanno voluto bene a questo difensore arcigno e grintoso, tra gli artefici della promozione in A del Cagliari nel ‘78/79 e che ha collezionato in Sardegna oltre 190 presenze tra serie A e serie B, mettendo a segno tre reti. Il tedesco Haller lo chiamava Ossobuco.
Longobucco vinse tre scudetti con la Juve
La gloria Longobucco la conquistò prima ancora con la Juve: vinse tre scudetti e giocò le amare finali di Coppa dei Campioni e di Coppa Intercontinentale perse dalla Vecchia Signora nel 1973 contro l’Ajax e l’Independiente. Preso dalla Ternana Longobucco divenne tristemente celebre per il gol partita nella finale contro gli olandesi di Cruyff
Longobucco doveva marcare Rep, autore del gol partita
A La Repubblica Longobucco ricordò quella partita: “E io, proprio io, presi gol dall’unico olandese che non era un fenomeno. Quella finale la perdemmo ancor prima di giocare, ci chiusero per giorni interi in un’ex fortezza militare a Novi Sad, noi sapevamo che invece quelli dell’Ajax erano in hotel con mogli e fidanzate, la tensione ci spappolò il cervello”. Dopo 5′ su un cross da sinistra Longobucco e Johnny Rep saltarono insieme. “Lui mi tenne giù col braccio sinistro, quell’azione era da fermare, poi fu molto fortunato perché colpì il pallone in modo strano, quasi con la nuca, e ne venne fuori un effetto che beffò Zoff”.
Longobucco divenne anche assessore a Scalea
Nel 1975 la Juve lo mandò a Cagliari, colpa, anche, di un cazzotto rifilato al milanista Gorin. Chiuse la carriera al Cosenza, con cui vinse la Coppa Anglo-Italiana e poi diventerà assessore comunale nella sua Scalea (“dove prima di me non avevano mai visto una Porsche”).