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Juve-Napoli è la partita di Giuntoli: il ds sfida il suo passato dopo 8 anni in azzurro

Il Football Director bianconero sfida il suo passato. Con qualche dichiarazione ha fatto indispettire il tifo partenopeo ma resta l'impresa scudetto

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Alessio Raicaldo

Alessio Raicaldo

Sport Specialist

Un figlio che si chiama Diego e la tesi di laurea sugli stadi di proprietà in Italia. Il calcio quale filo conduttore irrinunciabile tra passione e professione. Per Virgilio Sport indaga, approfondisce e scandaglia l'universo mondo dello sport per antonomasia

Sono tanti i temi che accompagnano il prossimo Juventus-Napoli. Tra questi c’è naturalmente Cristiano Giuntoli, oggi Football Director del club bianconero ma fino a ieri uno degli artefici del miracolo scudetto dei partenopei. Per il dirigente fiorentino questa non potrà essere una partita come tutte le altre dati gli otto anni trascorsi alle pendici del Vesuvio. Tra colpi ad effetto e qualche passaggio a vuoto, una storia d’amore bella conclusa con un tradimento addolcito in parte dal pieno compimento del progetto sportivo.

Il presente in bianconero e il compito di tornare a vincere

Da Firenze a Torino, passando per Napoli. Nel mezzo 51 anni di vita, praticamente tutti trascorsi nel mondo del calcio. Cristiano Giuntoli è l’uomo del momento: la Juventus gli ha affidato le chiavi del progetto di ristrutturazione del club con l’obiettivo di tornare vincente nel minor tempo possibile. Con l’imperativo di monitorare il bilancio con più cura di quanto avvenuto nel recente passato. Quello che c’è oggi nell’universo bianconero, il dirigente toscano di fatto se lo è trovato. Allegri incluso, con quale però il feeling pare sbocciato.

Il metodo Giuntoli: i colpi inaspettati

Chi prende Giuntoli si aspetta sempre che peschi il coniglio dal cilindro. Impresa che a Napoli in più di un’occasione gli è riuscita. Senza scomodare Kvaratskhelia, sulla paternità del cui acquisto c’è un bel po’ di bagarre, uno dei nomi più convincenti del suo periodo partenopeo è senza dubbio Anguissa. Acquistato a condizioni favorevoli, il centrocampista camerunese ha ampiamente ripagato l’investimento tant’è che la Juve vorrebbe portarlo con sé in Piemonte. Poi c’è Osimhen ovviamente per il quale venne bruciata la concorrenza di club stranieri.

Il rapporto con De Laurentiis e un addio poco burrascoso

Non deve essere stato facile convivere per 8 anni con un patron così vulcanico come Aurelio De Laurentiis. Ma Giuntoli ha saputo come prendere per il verso giusto il numero 1 azzurro convincendolo anche in anticipo a liberarlo a dispetto di un contratto ancora in essere. “Ma come: tutto a un tratto sei diventato un sostenitore della Juventus?” gli ha chiesto un sorpreso AdL. Ma lo scudetto ha in realtà fatto in modo che gli animi fossero sereni. Anche se il Napoli, senza il suo direttore e Spalletti, sta facendo fatica a tornare ai livelli di un anno fa.

La fede juventina nascosta all’ombra del Vesuvio

In realtà di recente Cristiano Giuntoli ha raccontato di essere stato sempre un tifoso della Juventus. Una passione di famiglia, tramandatagli dal padre. Dichiarazioni che a Napoli non hanno preso particolarmente bene. Impossibile, comunque, cancellare un matrimonio così lungo e fortunato. In azzurro ci sono ancora alcuni degli uomini portati dal direttore alla corte di De Laurentiis. Basti pensare al suo braccio destro Pompilio. Chi riuscirà a fare lo scherzetto all’altro? Appuntamento all’Allianz Stadium per venerdì sera per scoprirne di più.

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