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Juve, Ronaldo convince la Procura: svolta nell'inchiesta-stipendi

La Procura di Torino ha accettato la seconda richiesta avanzata dai legali di Cristiano Ronaldo di vedere le carte dell'inchiesta Prisma: l'ultima parola spetterà al Gup, ma intanto il portoghese valuta la possibilità di farsi ascoltare

17-12-2022 09:44

Passando dalla sfera giuridico-processuale a quella calcistica, si potrebbe dire che dopo aver… “sbagliato il primo gol”, Cristiano Ronaldo non ha fallito la seconda opportunità.

Dalla Procura di Torino arriva una novità sostanziale e, sebbene ancora potenziale, non troppo incoraggiante per la Juventus, nell’ambito dell’inchiesta Prisma che sta facendo tremare il club bianconero, accusato di falso in bilancio e manipolazione del mercato: i Pm Marco Gianoglio, Mario Bandoni e Ciro Santoriello, coordinatori dell’inchiesta, hanno infatti detto sì alla richiesta di Cristiano Ronaldo di vedere le carte in possesso della Procura.

Inchiesta stipendi Juventus, Ronaldo potrà accedere alle carte: l’ultima parola sarà del Gup

Per diventare una notizia vera e propria, comunque, questo “punto” a favore del portoghese avrà bisogno di un altro avallo fondamentale, quello del Gup, chiamato a pronunciare l’ultima parola sui diritti di CR7 di entrare in possesso delle carte. Resta il fatto che il disco verde della Procura segna un altro capitolo del rapporto, di fatto ormai inesistente, tra il club bianconero e il suo ex più illustre della storia recente.

Dopo il freddo addio dell’agosto 2021, con un anno di anticipo sulla scadenza del contratto, per tornare al Manchester United, a mettere ulteriore distanza tra le parti in un amore di fatto mai scoppiato veramente, è la volontà di Cristiano insieme ai propri legali di andare fino in fondo per capire se davvero la Juventus debba ancora versargli i famosi 29 milioni circa di stipendi arretrati fatti sospettare dalla “carta Ronaldo”, la cui esistenza è stata scoperchiata dalle intercettazioni dell’inchiesta Prisma, e in particolare da una che coinvolge l’attuale ds Federico Cherubini e l’ex presidente Andrea Agnelli, e che di fatto rappresenta la fonte dei maggiori rischi di sanzioni anche sportive per il club bianconero.

Ronaldo, la “carta segreta” e il motivo del primo no della Procura

La prima richiesta avanzata dai legali di Cristiano alla Procura fu respinta, più nella forma che nella sostanza, in quanto la domanda era stata ritenuta troppo generica e contraddittoria, con il rischio di danneggiare l’inchiesta. Secondo la Procura, infatti, Cristiano Ronaldo sarebbe dovuto essere a conoscenza della situazione venutasi a creare all’epoca, ovvero la decisione del club di non pagare ai giocatori quattro mensilità per alleggerire i bilanci appesantiti dalle conseguenze dell’epidemia di Coronavirus, avendo dovuto firmare, al pari degli allora compagni, le carte con le quali la squadra si impegnava alle rinunce chieste dalla società.

Come noto, però, l’allusione alla famosa “carta che non deve esistere”, secondo le parole degli indagati, ha fatto sospettare ai pm che Ronaldo e la Juve abbiano firmato una scrittura privata e segreta.

Bufera Juventus, come può cambiare la strategia di Cristiano Ronaldo

I sospetti della Procura vertono sul fatto che gli stipendi potrebbero essere stati comunque pagati in un secondo tempo, anche ai giocatori che hanno poi lasciato la Juventus, sotto forma di incentivo all’esodo. La seconda e più precisa richiesta avanzata dagli avvocati di Cristiano Ronaldo può quindi segnare un punto di svolta delle indagini.

Dopo aver visionato le carte in possesso della Procura, infatti, il cinque volte Pallone d’Oro potrebbe valutare seriamente l’ipotesi di presentarsi a Torino per venire ascoltato dalla Procura, essendo tra l’altro finora l’unico dei giocatori della Juventus a non essere ascoltato come persona informata sui fatti.

Se ne saprà di più nei prossimi giorni, quando sarà chiaro se Ronaldo, che dopo l’eliminazione dai Mondiali ha chiesto ed ottenuto al Real Madrid di allenarsi a Valdebebas in attesa di un nuovo ingaggio, deciderà di tornare in Italia un anno e mezzo dopo quel divorzio dalla Juve che, oggi, fa ancora più rumore.

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