Tra Igor Tudor e la qualificazione della sua Juventus in Champions League c’è un altro scontro diretto, quello contro la Lazio. Dopo il pareggio al Dall’Ara contro il Bologna, i bianconeri torneranno a giocare in trasferta all’Olimpico di Roma per la sfida chiave contro i biancocelesti, ancora una volta in piena emergenza infortuni. Una partita speciale per l’allenatore croato che ha guidato la Lazio nel rush finale della scorsa stagione dopo l’esonero di Sarri. Tudor è stato tra i principali artefici di una rimonta quasi insperata che ha portato la squadra fino alla qualificazione in Europa League.
- Tudor, come è nato l'addio alla Lazio
- Chi erano gli otto big da cedere per Tudor
- Lo scontro con Guendouzi e la rinascita di Rovella e Isaksen
Tudor, come è nato l’addio alla Lazio
Un risultato che nella maggior parte degli altri casi gli avrebbe fatto conquistare la conferma anche per la stagione successiva. E così sarebbe stato, se non fosse per le pretese di mercato dell’allenatore ritenute eccessive dalla società. “Ci ha chiesto di cambiare otto giocatori, troppi per un gruppo che noi reputiamo all’altezza”: così aveva tuonato il presidente della Lazio Lotito a proposito della situazione.
Così il rapporto terminò con le dimissioni dell’allenatore e lo striscione della Curva Nord che ha sancito la fine del 5 giugno 2024: “Come allenatore da valutare, come uomo…Tudor uomo di m***a”. Al suo posto firmò Baroni fino ad arrivare a oggi, dove tornerà all’Olimpico da allenatore di quella Juventus che tanto ha voluto.
Chi erano gli otto big da cedere per Tudor
Ma chi erano quegli otto giocatori che Igor Tudor non avrebbe voluto nella sua Lazio? In primis c’erano Immobile e Luis Alberto. I due veterani biancocelesti erano già in rotta con la società e, come da programmi, a fine stagione hanno lasciato la Capitale. Il primo per la Turchia con il Besiktas, il secondo per l’Al-Duhail, in Qatar.
Oltre ai due esuberi annunciati, gli altri giocatori bocciati da Igor Tudor furono Isaksen, Guendouzi, Rovella, Romagnoli, Cataldi e Lazzari. Quasi tutti hanno avuto un destino profondamente diverso con Baroni. Il capitano biancoceleste faceva fatica nel modo di giocare del croato, perciò aveva chiesto un altro centrale di difesa.
Lo scontro con Guendouzi e la rinascita di Rovella e Isaksen
Rovella per Tudor “doveva mettere su chili”, e infatti giocava molto più spesso Vecino. Mentre con Guendouzi era in contrasto già dai tempi del Marsiglia. Oggi entrambi sono diventati titolari inamovibili del centrocampo e hanno conquistato la convocazione delle rispettive nazionali. Stesso discorso per Isaksen: il danese ha confessato che Tudor gli disse che non era adatto alla Lazio. Con Baroni è cambiato lo spartito e ha risolto situazioni critiche con giocate personali, vedi Viktoria Plzen e Napoli. Lazzari è un elemento importante per le rotazioni dell’allenatore, mentre l’unico tra questi che effettivamente se ne è andato è Cataldi, oggi alla Fiorentina.
Sono dunque parecchi i giocatori che l’allenatore non vedeva di buon occhio e che sicuramente avranno voglia di rivalsa. Un elemento che aggiunge ancora più adito a un Lazio-Juve già infuocato di suo.