È una vera e propria Caporetto la panchina numero 450 in Serie A per Massimiliano Allegri. La sfida a distanza con il corregionale Luciano Spalletti, apertasi con le schermaglie della vigilia in conferenza stampa, si è infatti rivelata un incubo per il tecnico sei volte campione d’Italia, cinque con la Juventus e una con il Milan, travolto e umiliato insieme alla propria squadra da un Napoli che ha impartito una lezione di calcio in quella che alla vigilia era stata presentata come una sfida-scudetto.
- Juventus, disfatta storica al Maradona: ultima cinquina al passivo 30 anni fa. Con Allegri in campo...
- Juve schiantata, Allegri ironizza: "Napoli forte, è il loro anno..."
- Napoli show, Spalletti va a stringere la mano ad Allegri al termine della partita
Juventus, disfatta storica al Maradona: ultima cinquina al passivo 30 anni fa. Con Allegri in campo…
Il 5-1 finale fa tornare la Juve indietro di quasi 30 anni, tanto tempo è passato dall’ultima volta in cui i bianconeri avevano incassato cinque reti in una partita di Serie A: 30 maggio ’93, Giovanni Trapattoni sulla panchina della Juventus contro il Pescara, già retrocesso, ma vittorioso in casa per 5-1 con, beffardamente, lo stesso Allegri ad aprire le marcature per gli adriatici su rigore.
Ma se quella era una Juve che, alla penultima giornata di un campionato che non l’aveva mai vista in corsa per il successo, era già appagata dalla vittoria della Coppa Uefa di appena dieci giorni prima, quella del Maradona sarebbe dovuta essere una formazione famelica per tornare definitivamente in corsa per lo scudetto dopo otto vittorie consecutive senza subire reti.
Juve schiantata, Allegri ironizza: “Napoli forte, è il loro anno…”
Al contrario, le certezze che i bianconeri si erano costruiti a cavallo della pausa per il Mondiale sono naufragate di fronte alla netta superiorità del Napoli, trascinato da Khvicha Kvaratskhelia tornato quello di inizio stagione e da un Victor Osimhen devastante. Entrambi, però, sono stati facilitati dagli errori della difesa della Juventus, in particolare di un Bremer in giornata no, ma sul banco degli imputati finisce pure lo stesso Allegri per le scelte nella formazione di partenza, con Chiesa titolare un anno dopo l’infortunio, ma come esterno a tutta fascia, e una squadra da subito spaccata in due.
Intervistato da DAZN al termine della partita, il tecnico livornese dribbla le domande tattiche, focalizzandosi sull’aspetto psicologico: “Il Napoli ha meritato e fatto una gran partita, ma noi siamo stati spenti a livello di energie e siamo stati troppo bassi nei primi 20 minuti. Poi dopo l’1-0, nel nostro momento migliore, abbiamo preso il raddoppio, ma abbiamo continuato a giocare ed eravamo riusciti a riaprirla: c’era la sensazione di poterla pareggiare, ma non è andata così e poi loro hanno segnato ad ogni tiro. Sul secondo gol la palla è rimasta lì, sul terzo ci sono stati tanti rimpalli. Abbiamo vinto pochi duelli, dobbiamo fare tesoro di questa sconfitta, ma non dimenticare la buona reazione avuta sull’1-0”.
Napoli show, Spalletti va a stringere la mano ad Allegri al termine della partita
Allegri aveva curiosamente iniziato la partita con lo stesso numero di partite vinte in Serie A di Spalletti, 273 a testa. L’eterno duello con il collega ha peraltro vissuto un altro capitolo al termine della partita, quando Allegri è schizzato subito nel tunnel degli spogliatoi, venendo poi raggiunto da Spalletti che ha voluto stringergli la mano, incassando i complimenti d’ordinanza.
Con il sogno scudetto diventato utopia, non resta che concentrarsi sugli altri obiettivi di una stagione resa già problematica dai noti problemi extra-campo: “Le sconfitte sono tutte pesanti, a volte capita di perdere immeritatamente, ma non è questo il caso – ha concluso Allegri – Comunque questo non ci deve fare assolutamente buttare giù. Dobbiamo riprendere a lavorare, cercando di recuperare gli infortunati. Il campionato è lungo e dobbiamo pensare anche a Coppa Italia e Europa League”.