Dall’anno due dell’era Allegri bis all’anno zero, in casa Juventus il passo potrebbe essere molto più breve di quanto si possa immaginare. Ben prima della boa che segnerà la metà di una stagione molto particolare a livello di calendario, in casa bianconera si è già costretti a fare i conti con quello che è a tutti gli effetti un fallimento tecnico, pur smentito a parole dallo stesso Allegri al termine dell’amara sconfitta contro il Benfica che ha sancito la precoce eliminazione dalla Champions League già dopo la fase a gironi.
- Juventus, la stagione è già fallimentare: ma la rivoluzione è rinviata
- Crisi Juventus, verso l'azzeramento della società: solo Agnelli è al sicuro
- Allegri-Juve, sarà divorzio a fine stagione: i sogni Conte e Zidane e l'ipotesi Gasperini
Juventus, la stagione è già fallimentare: ma la rivoluzione è rinviata
Alla fine di ottobre, infatti, a soli quindici giorni dalla lunga pausa per i Mondiali, la Juventus si trova costretta a giocarsi in 90 minuti contro la corazzata Paris Saint-Germain l’approdo in Europa League, vista dalla società come un traguardo obbligatorio non solo dal punto di vista economico dopo il disastroso rendimento nel girone di Champions, ma sostanzialmente già fuori anche dal giro scudetto, visto il -10 dal super Napoli capolista e le tante squadre che i bianconeri si trovano davanti in classifica.
Eppure, salvo sorprese, neppure i quasi due mesi di sosta prima della ripresa del campionato dovrebbero maturare quella svolta in panchina agognata dalla stragrande maggioranza della tifoseria, ormai persuasa che la scelta di richiamare in panchina Allegri dopo le gestioni Sarri e Pirlo sia stata un errore, combinato a sessioni di mercato altamente deludenti. Salvo nuovi tracolli nelle ultime, difficili gare prima del break (la Juventus affronterà in casa Inter e Lazio), Allegri non sembra a rischio esonero, anche grazie alla “protezione” del ricco contratto che lo lega alla panchina fino al giugno 2024.
Crisi Juventus, verso l’azzeramento della società: solo Agnelli è al sicuro
La situazione dovrebbe però cambiare al termine della stagione, quando con ogni probabilità neppure il comunque difficile aggancio ad un posto in Champions League potrebbe bastare al tecnico livornese per salvare il posto. Allegri però non sarebbe il classico capro espiatorio, dal momento che la proprietà del club, il gruppo Exor, sembra deciso ad attuare una vera e propria rivoluzione anche in seno alla dirigenza. L’unico a non rischiare il posto sarebbe il presidente Andrea Agnelli, ma per le altre cariche si prevede un cambio radicale, con l’amministratore delegato Maurizio Arrivabene, il vice presidente Pavel Nedved e il direttore sportivo Federico Cherubini destinati all’addio.
Allegri-Juve, sarà divorzio a fine stagione: i sogni Conte e Zidane e l’ipotesi Gasperini
Per le loro sostituzioni ci sono al momento solo ipotesi, ma potrebbe prendere corpo un “ticket” formato da un amministratore delegato “di campo” e un direttore sportivo, con Giovanni Carnevali del Sassuolo in pole per il primo ruolo, mentre come uomo-mercato il (difficile) sogno è quello di agganciare Cristiano Giuntoli, costruttore del Napoli dei record. E in panchina? Pure qui, per il momento solo ipotesi e sogni, ma la certezza sembra essere la volontà della proprietà di assegnare la guida tecnica ad un ex.
Solo una suggestione al momento il ritorno di Antonio Conte, i cui rapporti con il presidente Agnelli sono difficili dopo il divorzio del 2014, Zinedine Zidane sembra destinato alla panchina della Francia dopo il Mondiale, quindi in corsa resterebbero Didier Deschamps, in uscita proprio dal ruolo di ct dei Bleus, ma soprattutto Gian Piero Gasperini, prodotto del vivaio della Juve da giocatore e tecnico della Primavera a fine anni ’90 prima di iniziare la brillante carriera che lo ha portato a fare miracoli in Europa con l’Atalanta.
Il ciclo bergamasco del Gasp potrebbe concludersi a fine anno e il sempre sognato richiamo della casa madre potrebbe coincidere con l’avvio della ricostruzione bianconera.