Il difensore centrale Giorgio Chiellini, capitano di Juventus e nazionale italiana, ha rilasciato una lunga intervista alle pagine del Times. Il discorso di Chiellini spazia su vari fronti, iniziando però dalla questione Champions League, coi bianconeri impegnati mercoledì nella gara di ritorno degli ottavi contro il Villarreal a Torino.
Queste le sue parole, riprese da Sky Sport:
“La Champions è qualcosa che mi manca e che alla Juve manca dal 1996. Ci siamo andati molto vicini, ci proviamo ogni anno, ma è un torneo dove non sempre vince la squadra migliore. Negli ultimi tre anni siamo stati eliminati da Porto, Lione e Ajax. Non possiamo essere soddisfatti. Quest’anno possiamo provare a vincerla”.
Chiellini poi torna anche su uno dei momenti più alti della propria carriera, ovvero la vittoria di Euro2020 ai danni dell’Inghilterra. A proposito della sfida di Wembley, Chiellini parla della paura dei giocatori inglesi:
“Loro avevano molta più pressione di noi e a volte la pressione ti dà energia, ma a volte è un ostacolo. Noi abbiamo percepito questa paura. Forse non paura… Ma il loro nervosismo, la loro tensione. A fine primo tempo, con l’Inghilterra in vantaggio 1-0, nel nostro spogliatoio c’era tranquillità. Eravamo sicuri che se avessimo tenuto la palla, avremmo segnato. Sicuramente avremmo trovato la soluzione per farlo. Tenere i nervi saldi è stata la cosa più importante e poi siamo stati fortunati ai rigori. Un pareggio è stato il risultato più giusto per quella partita”.
Arrivato quasi alla fine della propria carriera, il difensore della Juve parla anche del rapporto in partita con gli attaccanti avversari. Da “nemici” nella prima parte della carriera, ora si sono trasformati solo in avversari:
“Quando ero più giovane ero più acceso, avevo bisogno di un nemico e non avevo un buon rapporto con gli altri attaccanti. Adesso invece mi piace parlare con loro durante le partite, mi piace condividere sensazioni e discutere di ciò che sta succedendo durante un match. Con loro scherzo anche, a volte. Non sono aggressivo: adesso il ‘nemico’ non è un nemico, ma un amico che gioca contro di me, e ho capito che se non disperdo le mie energie ‘combattendo’ come facevo prima, potevo diventare più lucido e più concentrato. Così le mie prestazioni sono migliorate”.
Sempre attento alle dinamiche del calcio, Chiellini racconta dei grandi talenti del calcio internazionale come Mbappé e come l’ex compagno Paul Pogba, tornato recentemente in orbita Juve per l’estate:
“Mbappé il più talentuoso. Ci ho giocato contro per la prima volta nel 2017, aveva 18 anni ma era già incredibile. Non posso immaginarmi come sia adesso e cosa possa fare in futuro. Mi piace la sua mentalità. Pogba? Lui è il LeBron James del calcio. Davvero, è fantastico com’è cresciuto. Quando lo vidi per la prima volta agli allenamenti dissi ‘Cosa? Non è vero’. Sapevo che arrivava dal Manchester United, quindi mi aspettavo di vedere un ottimo giocatore, ma il fatto che fosse andato via da lì mi faceva pensare che non fosse un top player. Invece lo era. Ora mi dispiace che non riesca a far vedere completamente tutte le sue qualità”.
Infine un discorso sul ritiro. Chiellini scherza su questo aspetto, dicendo di dover prima chiamare un altro grande arrivato ormai a fine carriera, ovvero il rossoneri Zlatan Ibrahimovic:
“Forse devo chiamare Zlatan e decidere insieme a lui. Potremmo fare un video per Sky in cui ci diciamo: “Cosa vuoi fare?”, “No, tu cosa vuoi fare?”, “Ok, possiamo decidere insieme”.