In questa fase, che poi è il momento più difficile della storia recente della Juventus, con i rapporti tesi tra allenatore e senatori, giocatori in evidente difficoltà e società ancora in via di definizione in attesa del Cda di venerdì (Allegri out?), anche la tifoseria ha deciso di esternare il proprio disappunto.
Un comunicato molto duro, anzi durissimo soprattutto nei confronti del capitano, Leonardo Bonucci, firmato da “Viking Drughi e Nord-Est”, i gruppi organizzati bianconeri hanno attaccato la società, i media, Bonucci e anche una parte dei tifosi.
- Il comunicato che accusa Bonucci e i giocatori
- Giocatori e dirigenti: non si risparmia nessuno
- L'attacco finale, compresi i media
Il comunicato che accusa Bonucci e i giocatori
“Stiamo assistendo a scene che non comprendiamo e fanno sorridere, o meglio scene ridicole ideate da chi si erge a leader ma si comporta da vittima sacrificale”, si legge. Un chiaro riferimento alle passerelle dei calciatori sotto la curva dopo aver incassato in Champions, come in campionato.
Il soggetto in questione, menzionato esplicitamente da questo testo, è Leonardo Bonucci, reo di essersi comportato da leader ma di non esserlo a detta di questo comunicato e di aver portato i compagni sotto la curva dopo i ko. Bonucci è accusato di non esserlo mai stato
“né all’Inter né al Treviso né al Pisa né al Bari né al Milan né tanto meno alla Juventus, e come lui tutti gli altri che lo assecondano”.
Secondo questi gruppi, in questo momento vige una sorta di “confusione generale”, dove “sia tra i giocatori che all’interno della Juventus e in Curva, si assiste a un momento di totale anarchia dove chiunque ne abbia voglia si erge a intenditore, a capo, a leader ed a responsabile senza che abbia il carisma e nemmeno il riconoscimento della gente”.
Leonardo Bonucci
Giocatori e dirigenti: non si risparmia nessuno
La contestazione non riguarda solo Bonucci, ma un gruppetto di non precisati giocatori che avrebbero assunto comportamenti e atteggiamenti ritenuti devastanti per la squadra e il raggiungimento dei risultati attesi:
“Portare dei giocatori professionisti come vittime sacrificali a guardare la Curva mentre li fischiano e insultano, creando una legittimazione alla contestazione, ad un mese dall’inizio della stagione, è semplicemente assurdo. Il risultato non può che essere la formazione di un gruppo debole e carico di negatività e vittimismo. Esattamente il contrario di ciò che serve nello sport, soprattutto a questi livelli, e in uno sport di squadra. Chissà questi giocatori con quale tramite parlano e chi gli dice di fare cose che esulano dalla loro professione e dal loro sapere. State facendo più male voi ai vostri compagni e alla squadra di ogni allenatore, preparatore e dirigente incapace. Per le contestazioni e le scuse, cari “scissionisti”, c’è tempo a fine stagione oppure ci deve essere un input dall’interno… E se voi (alcuni giocatori) doveste essere gli artefici di sta “porcheria” vi dovreste vergognare, se invece lo state facendo per ignoranza o SCOPI PERSONALI, fermatevi e SAPPIATE che state sbagliando modi, tempistica e interlocutori… Se avessimo avuto qualcosa da dirvi lo avremmo fatto alla Continassa e guardandovi negli occhi come abbiamo sempre fatto in passato, NON IN CAMPO DAVANTI AGLI AVVERSARI CON FISCHI E INSULTI, rendendovi ridicoli e deboli”.
Max Allegri
L’attacco finale, compresi i media
I gruppi organizzati contestano a una compagine ridotta di giocatori la scelta di presentarsi davanti alla curva, dopo aver subito, al pari delle modalità e i tempi, alludendo a una frattura interna che però viene contestata fortemente dalla curva. Come anche parole e esternazioni davanti ai media:
“Chi indossa la maglia della Juventus FC abbassa la testa solo davanti al suo popolo e non davanti a tutti, media compresi. Bastano gli sguardi dal campo alla curva, il saluto formale con la mano alzata invece che l’esultanza, per capire che vi state scusando. Noi abbiamo sempre compreso sapendo che avreste reagito. E infine non prendetevi colpe che solo i dirigenti e presidenti incompetenti hanno e a cui dovranno rispondere”.