Assorbita la delusione per la sconfitta di Monza, in casa Juventus la sosta del campionato è dominata dall’attesa per il consiglio di amministrazione convocato per venerdì 23 settembre, nel quale dovrà essere approvato il bilancio della stagione 2021-’22.
- Juventus, guai senza fine: dalla crisi di risultati al terzo passivo consecutivo nel bilancio
- Milan e Napoli "modelli" per la nuova Juventus
- Mercato Juventus, difesa da rifare: gli obiettivi
Juventus, guai senza fine: dalla crisi di risultati al terzo passivo consecutivo nel bilancio
Il terzo rosso consecutivo è dato per scontato, così come il fatto che il segno meno si attesterà su cifre superiori rispetto a quello del 2021, quando il passivo era stato di 209,9 milioni. La progressione in senso negativo è continua, se è vero che nel 2020 il deficit era stato di 89,7 milioni, ma tutt’altro che imprevedibile, dato che sui conti dei bianconeri pesano come macigni le eliminazioni agli ottavi di Champions League subite nelle ultime tre stagioni. Quest’anno la situazione potrebbe addirittura peggiorare se è vero che il rischio concreto è quello di uscire dalla competizione già alla fase a gironi dopo le sconfitte contro Psg e Benfica e tale scenario non può che condizionare le strategie del club nel breve-medio periodo.
Milan e Napoli “modelli” per la nuova Juventus
Per questo dal Cda non ci si aspettano novità clamorose sul futuro di Max Allegri, nonostante il tecnico livornese non goda di fatto più della fiducia di buona parte della dirigenza e neppure dello spogliatoio. Dal labiale di Di Maria a Milik al caso Bonucci escluso (per punizione?) a Monza, i segnali sono chiari, ma la situazione economica della Juventus impone prudenza e un obiettivo ben preciso, il dimezzamento delle perdite nell’attuale stagione al fine di contenere l’inevitabile passivo che si registrerà anche nel prossimo esercizio. Più che ribaltoni, quindi, la società dovrà varare un cambio di linea sul mercato, seguendo il percorso virtuoso alla ricerca della sostenibilità avviato da Milan e Napoli, che stanno ottenendo risultati attraverso la valorizzazione di giovani talenti italiani o stranieri strappati alla concorrenza delle big europee prima che si scatenassero pericolose aste.
Da Kalulu a Tomori da una parte, senza dimenticare il Leao pescato nel 2019 al Lille, a Kim e Kvaratskhelia dall’altra, gli esempi sono molteplici, ma per seguire questo esempio in casa Juventus potrebbe essere necessaria una vera e propria rivoluzione in sede dirigenziale, con l’affiancamento al ds Federico Cherubini di una figura più esperta in modo da riportare l’attuale addetto al mercato nell’area scouting, più congeniale all’ex braccio destro di Fabio Paratici.
Mercato Juventus, difesa da rifare: gli obiettivi
Il tutto, però, si scontra con la necessità, imposta dalla storia del club, di tornare competitivi a brevissimo termine, quella che non ha riguardato Milan e Napoli. Al di là dei demeriti di Allegri, infatti, la rosa della Juventus è evidentemente lacunosa in diversi reparti a partire dalla difesa. Se infatti in attacco Vlahovic e a centrocampo Miretti e un ancora giovane Paredes possono rappresentare le pietre miliari della ripartenza, dietro la ricostruzione passa dall’acquisto dell’erede dello stesso Bonucci e dalla ricostruzione del settore esterni.
I nomi seguiti già in vista di gennaio, ma soprattutto della prossima estate, sono tanti, ma se il francese campione del mondo Benjamin Pavard, in uscita dal Bayern, non risponde certo ai nuovi requisiti di sostenibilità, diversa è la situazione del brasiliano della Fiorentina Igor e del vecchio obiettivo Gabriel, connazionale dell’Arsenal. L’obiettivo più perseguibile potrebbe però essere Evan Ndicka, franco-camerunese dell’Eintracht Francoforte, classe ’99, in scadenza nel prossimo giugno e vecchio pallino del Milan. Proprio l’avvicinarsi dello svincolo obbligherà i tedeschi ad abbassare le pretese, attualmente sui 20 milioni: il giocatore è ideale per i canoni della nuova Juve, ma la concorrenza non mancherà.